Violenza tra le mura domestiche Settantuno interventi in pochi mesi

Il dato è emerso ieri nell’ambito del convegno organizzato dalla Questura "Troppo spesso ancora oggi molti episodi vengono taciuti per vergogna"

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FERRARA

Solo in questo primo periodo dell’anno sono stati settantuno gli interventi della Polizia in episodi di maltrattamenti in famiglia. Cioè per 71 volte gli agenti delle Volanti hanno operato all’interno del protocollo Eva (Esame violenze agite), applicando così di volta in volta le linee guida per la gestione degli interventi legati alla violenza di genere, in caso di primo intervento. Così da creare il sistema di monitoraggio Scudo, che consente di avere a disposizione tutte le informazioni degli episodi di violenze che hanno interessato quel particolare nucleo familiare. L’applicativo Scudo, permette agli operatori e agli investigatori in un secondo momento di ricostruire e collegare i diversi episodi che coinvolgono i presunti responsabili e le vittime, nonché di effettuare il controllo delle attività di pronto intervento a livello nazione. E’ la parte saliente di quanto emerso nel convegno "Le violenze intrafamiliari" promosso dalla questura di Ferrara che si è svolto ieri nella sala Estense.

I lavori sono stati preceduti da una rappresentazione teatrale "Storie di violenze" messa in scena da un gruppo di allievi del centro professionale ’Città del ragazzo’ di Ferrara, diretti dal professor Massimiliano Piva. Il dibattito è stato moderato da Dario Virgili, dirigente della Squadra Mobile, con la partecipazione del sostituto procuratore Ombretta Volta, del direttore superiore psicologo Carlo Barbieri, della responsabile servizio area minori – Asp – Ferrara, Angela Mambell, di Paola Castagnotto del Centro Donna e Giustizia e di Michele Poli del Centro Uomini Maltrattanti. La violenza intrafamiliare è una tra le forme di violenza domesticapiù pericolosa. I bambini possono essere spettatori di diversi tipi di violenza: fisica, sessuale, psicologica e verbale che viene agita nei confronti dei componenti della famiglia, di solito madre eo fratelli. La violenza è intesa come una forma di squilibrio relazionale, dove il desiderio di controllo e possesso si articola nell’esercizio di potere finalizzato al dominio di un’altra persona. L’intervento delle autorità nei casi di violenza assistita dovrebbe essere non solo efficace ma anche incentrato sulla celerità; è necessario che i casi di violenza domestica siano strettamente connessi al pregiudizio provocato nei bambini. Il trascorrere del tempo pregiudica certamente la protezione del minore, protezione che deve essere finalizzata alla interruzione immediata della violenza. Non è sempre facile intervenire immediatamente ciò perché troppo spesso, ancora oggi, gli episodi di violenza non vengono denunciati soprattutto dalle donne che, risultano afflitte e sopraffatte da ciò che subiscono e pensano che tenere unita la famiglia, anche in tali situazioni. E’ attivo il numero rosa 1522, servizio gratuito di pubblica utilità della rete nazionale antiviolenza, attivo 24 h su 24.

re.fe.