
Accolta la ricostruzione della pubblica accusa (nella foto l’ingresso del tribunale)
Violenze sessuali in serie verso tre ragazze, condannato a sei anni un giovane nigeriano. Si tratta di quanto sentenziato ieri dal tribunale. Infatti, il collegio giudicante con rito abbreviato, ha confermato tutte le accuse a carico di Favor Osagiede, 20 anni, arrestato l’estate scorsa per aver violentato tre ragazze nel centro estense. Accolte, quindi, la tesi accusatoria del pubblico ministero Stefano Longhi, in merito alla violenza sessuale perpetrata ai danni delle vittime ventenni. Respinta, invece, la richiesta di assoluzione da parte del legale dell’imputato, Manuela Amore del foro di Bologna, la quale ha già annunciato che impugnerà la sentenza davanti alla Corte d’appello. Tra trenta giorni le motivazioni della decisione. In aula anche una vittima delle violenze, che aveva già riconosciuto il suo aggressore. Una vicenda che creò paura per la serialità dei fatti, ma allo stesso tempo che si è conclusa in un breve lasso temporale, grazie al lavoro degli investigatori che hanno stretto il cerchio attorno a Favor Osagiede ora condannato a sei anni.
Ricostruiamo i fatti. Il più violento sicuramente quello del 19 giugno: la giovane vittima era stata avvicinata in bicicletta sul marciapiede di via Rampari San Paolo e palpeggiata ripetutamente. L’aggressore, poi, l’aveva scaraventa a terra per strapparle gli slip. A quel punto le urla della vittima avevano allertano alcuni residenti i quali, a loro volta, avevano chiamato la polizia, ma gli agenti non erano però riusciti a fermare il violentatore fuggito. Subito era emerso, dal racconto della prima testimone, che si trattava di un ragazzo in bicicletta con il volto coperto dal cappuccio della felpa. Quando le indagini erano in corso, ecco un altro fatto simile, esattamente il 4 luglio in via Ariosto. La ragazza stava rientrando a casa di sera, quando era stata avvicinata da un giovane in bicicletta il quale l’aveva aggredita alle spalle, tappandole la bocca con una mano e con l’altra aveva iniziato a palpeggiarla. Lei era però riuscita a divincolarsi e a urlare, facendolo fuggire.
Trascorsero alcuni giorni e ancora l’aggressore in bicicletta pronto a colpire con il medesimo modus operandi. Questa volta si era avvicinato alla ragazza in via Capo delle Volte, l’aveva immobilizzata ed era riuscito ad abbassarle i pantaloni e a toccarle le parti intime. La giovane, grazie alle urla di terrore, l’aveva messo in fuga. Non contento, l’aggressore arrivato in corso Porta Reno, aveva però notato una donna sui cinquant’anni che stava portando a passeggio i cani e aveva iniziato a molestarla verbalmente. Quest’ultima era comunque riuscita a chiamare la polizia. Il molestatore, questa volta, era stato raggiunto poco distante dalle volanti. A seguire tutte le indagini ed accertamenti della Mobile, raccogliendo ogni testimonianza prima dell’arresto. Una serie di elemento che hanno portato poi il pm a firmare il fermo d’indiziato di delitto. Ieri, infine, la condanna.