"Vittime, famiglie distrutte, feriti. É una guerra dimenticata"

Barbieri, referente dell’organismo: "Al volante manca il più elementare buon senso"

Anna Barbieri, 65 anni, ha perso un familiare in quella che definisce una guerra dimenticata. Suo marito è stato travolto e ucciso mentre era al volante, lungo la Ferrara Mare. Un’auto è piombata su di lui, riducendo la sua vettura in un accartocciato ammasso di lamiere. L’uomo che l’ha tamponato aveva un tasso alcolico superiore più di 6 volte. "Mio marito, una vittima innocente", dice, la voce che si spezza. È stata la battaglia per avere giustizia la sua ragione di vita. Fino alla condanna a 4 anni e un mese dell’uomo che l’aveva investito, al quale era stata sospesa la patente, poi restituita. Barbieri, referente nella nostra città dell’associazione dei familiari vittime della strada, da allora non si è più fermata. Per denunciare la strage degli innocenti. "Una strage continua che avviene nell’indifferenza di tutti, che viene accettata come una fatalità. Durante la fine della cerimonia della giornata mondiale del ricordo delle vittime, celebrata nella chiesa della Sacra Famiglia il 20 novembre, ho urlato tutta la disperazione dei familiari. La vita va difesa anche durante la nostra esistenza, dobbiamo salvare chi è già nato. Io ho perso mio marito, sono rimasta sola. E’ anche la mia una famiglia che non c’è piu"

Che cosa si può fare?

"Dobbiamo capire che non è un problema privato, ci tocca tutti. Nelle strade si vedono ogni giorno cose inaudite"

Un esempio

"Abito a Pontegradella dove è stato istituito il limite dei 30 chilometri all’ora. Mi sorpassano tutti, in curva, nei tratti dove è vietato, anche sul cavalcavia. Le pattuglie dei vigili urbani fanno i controlli, ma non possono essere presenti 24 ore su 24. E’ un continuo infrangere le regole, manca il più elementare buon senso"

Le politiche per la sicurezza?

"Basta un dato, l’Europa ha chiesto di dimezzare le vittime della strada. In dieci anni il calo dei morti è stato del 22 percento. Questo è un fallimento della nostra società"

Le vittime. Ma non solo

"Tante le vite spezzate. Ma non dobbiamo dimenticare che dietro di loro ci sono i genitori, famiglie devastate dal dolore. Non dobbiamo dimenticare chi in quegli incidenti è rimasto ferito, lotta ancora tra la vita e la morte in una corsia d’ospedale. Che ha subito danni permanenti".