"Volontari retribuiti senza alcun contratto"

L’esposto di un socio in merito all’attività del Gruppo Locale Monsignor Franceschi: "Gestione opaca e spregiudicata. Fate chiarezza"

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Un nuovo esposto scuote l’associazione ‘Gruppo locale monsignor Filippo Franceschi’. Dopo la prima denuncia su alcuni presunti verbali falsificati per favorire un’altra associazione, ecco che l’attività del gruppo attivo in molti settori del sociale finisce di nuovo all’attenzione degli inquirenti. Stavolta la segnalazione – depositata da un associato, Fabrizio Merli – chiede alla guardia di finanza e alla procura di mettere sotto la lente altre presunte violazioni riguardanti, tra le altre cose, i rimborsi spese dei volontari e la rendicontazione delle risorse pubbliche stanziate per l’accoglienza migranti. Il tutto, secondo il firmatario dell’esposto, si inserirebbe in un più ampio contesto di "cattiva gestione", in grado di "provocare gravi ripercussioni anche sul patrimonio sociale". Una condotta, puntualizza Merli, caratterizzata da "opacità e spregiudicatezza" e per la quale il denunciante chiede che vengano svolti accertamenti per valutare eventuali illeciti e possibili responsabili. Lo stesso esposto (i cui contenuti sono oggetto anche di un procedimento in sede civile) è stato inviato per conoscenza anche al sindaco Alan Fabbri e alla giunta.

Il primo aspetto su cui il denunciante si sofferma è quello dei volontari. Stando a quanto riportato nell’esposto, l’associazione verserebbe "con cadenza mensile quattro rimborsi in misura fissa" ad altrettanti volontari. E questo, secondo l’esponente, in violazione alle norme che regolano l’attività di volontariato. Quel forfait, stando a quanto riportato nell’esposto, porterebbe a ritenere che "l’associazione impieghi ‘volontari’ regolarmente retribuiti, senza alcun contratto di impiego". Restando in tema, il focus si sposta sulle persone impiegate dall’associazione per l’attività di guardiania in alcuni musei di Ferrara. Qui il denunciante segnala incongruenze tra le domande di rimborso al Comune e le richieste di rimborso spese autocertificate dai volontari approvate dall’associazione stessa. In particolare – ed è l’ipotesi su cui si chiede di indagare – sarebbero emerse autocertificazioni "con importi superiori al limite imposto" dalla legge e, in alcuni casi, "senza che fossero corredati dai documenti giustificativi" o "con giustificativi non attinenti all’attività, con scontrini per supposte spese la cui data nemmeno coincide con le date di prestazione del servizio".

Altro nodo è quello dell’accoglienza migranti. La denuncia punta infatti il dito sulle rendicontazioni per gli anni 2019, 2020 e parte del 2021 e sulla contestazione da parte della prefettura in merito alle risorse erogate per l’emergenza. Gli ulteriori passaggi dell’esposto si soffermano invece su questioni associative, quali la presunta "invalida elezione del presidente e del vicepresidente del consiglio direttivo" o "l’omessa esibizione del libro obbligatorio" degli associati. "È per me doveroso chiedere di fare chiarezza su come viene svolta dalla mia associazione l’attività solidaristica in favore delle persone bisognose – è il commento di Merli –. In Gruppo Locale troppe volte ho visto calpestate la democrazia interna, le istanze legittime dei soci e lo statuto. Poiché l’associazione riceve denaro pubblico per progetti a sostegno dei più deboli, la mancanza di trasparenza da parte chi la amministra e la rappresenta è ancora più inaccettabile".

f. m.