Abbandono di rifiuti, denunciati sette vongolari

A ciascuno una multa da 6.500 euro. Sono stati sorpresi mentre si liberavano dei rifiuti

I residui abbandonati lungo i canali aduttori

I residui abbandonati lungo i canali aduttori

Comacchio, 21 aprile 2018 – Sono finiti nei guai sette vongolari comacchiesi, che oggi hanno un nome, un volto, una denuncia per ciascuno per abbandono di rifiuti, a cui si aggiunge l’obbligo di rimuoverli entro 120 giorni e da pagare, la bellezza di 6.500 euro di multa, sempre per ciascuno.

Dopo un anno di indagini di carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Comacchio, militari della Capitaneria di Porto Garibaldi, Polizia provinciale sono stati pizzicati a bordo delle imbarcazioni mentre si liberavano dei gusci dei molluschi scartati dopo la pesca.

I cosiddetti ‘capuleri’, cappe vuote, o molluschi inadatti al commercio, lanciati nell’acqua e lungo gli argini in quattro diversi punti dei canali aduttori di Comacchio. Un’abitudine di lunga data, una tradizione in negativo, divenuta nel tempo una ‘malattia’ ambientale che si manifesta con isolotti di conchiglie, tra i principali responsabili della chiusura dei corsi d’acqua.

Di fatto sono rifiuti abbandonati che ne chiamano altri, dai telai di bicicletta a pezzi di eternit, tanto per fare un esempio, giusto per appensantire la situazione già piuttosto grave.

Una doppia offesa al paesaggio, insomma, in barba all’unicità del Parco del Delta del Po, alle tutele dovute alla natura e alla vocazione turistica del Comune rivierasco.

Sono rifiuti che se triturati possono avere una seconda vita ed essere usati nella manutenzione del fondo dei canali e degli stessi argini in cambio di un costo maggiorato per il loro smaltimento a carico delle aziende che li producono. Gli imprenditori, quelli veri, lo sanno, sono le regole dell’economia. E chissà, forse le sette denunce, potrebbero spingere gli enti competenti sul territorio a cercare una soluzione comune partendo dall’istituzione di uno spazio a disposizione dei pescatori per depositare gli scarti con l’obiettivo di contenerne l’abbandono.