"Vongole e concessioni, alcune coop tagliate fuori"

Allarme nella Sacca, il consigliere Mastacchi denuncia disparità di trattamento "Si rischiano forti tensioni sociali, la Regione è chiamata a intervenire"

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Disparità di trattamento nell’assegnazione delle concessioni alle cooperative, con il rischio che si verifichino forti tensioni sociali nel mondo della pesca. La denuncia della situazione nella Sacca di Goro è di Marco Mastacchi, capogruppo di Rete civica - Progetto Emilia-Romagna, che ha presentato all’assessore Mammi e alla Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità un’interrogazione sulla situazione regolatoria delle concessioni nello specchio d’acqua.

Il consigliere regionale riaccende così i riflettori sul rispetto del rapporto tra superficie delle concessioni e numero di addetti delle cooperative che operano nella Sacca. In seguito a una richiesta di accesso agli atti del consigliere di Rete Civica, il settore competente aveva fornito i dati sulle aree demaniali oggetto di concessione in Sacca, con evidenziazione del numero addetti per gli anni dal 2016 al 2020. "Già nel maggio 2015 era stato richiesto a diverse cooperative l’adeguamento del numero addetti in osservanza delle disposizioni – spiega Mastacchi –. Come già emerso per i controlli effettuati nel 2015 emergerebbero, ora come allora, situazioni di ‘splafonamento’ dei limiti previsti dalla delibera di giunta regionale 12962014. Dai territori segnalano che probabilmente l’analisi del rischio alla base del campione non comprende tutte le imprese che evidenziano disparità di metratura, né comprende la rappresentatività delle imprese ittiche rispetto al totale delle cooperative. Questo determina una forte disparità di trattamento soprattutto con le cooperative più piccole, anche se il sistema dei controlli nella Sacca di Goro è stato aumentato a garanzia del rispetto delle direttive vigenti", come riferito dall’assessore Mammi a una precedente interrogazione di Mastacchi. Quest’ultimo ricorda che nel 2021, tramite i controlli, siano state verificate solo 22 imprese ittiche su 62. "La tensione sociale che sta emergendo – sottolinea l’esponente regionale – nei territori della Sacca di Goro anche a causa delle modalità dei controlli è sul punto di degenerare, nonostante l’assessore nella risposta ad una mia interrogazione evidenziava che i controlli sugli addetti avevano rilevato solo situazioni marginalmente irregolari, risolte e infine regolarizzate". Altro tema che Mastacchi porta all’attenzione dell’assessore regionale è quello che riguarda il provvedimento dalla Regione Veneto "che, a differenza della nostra, ha autorizzato la raccolta della semina di vongole veraci alla foce del fiume Po di Goro in un’area di confine tra le due Regioni già a febbraio 2022, creando una forte disparità di trattamento e grossi danni economici alle nostre imprese ittiche. A ciò si aggiunge che, da recenti articoli di stampa, si apprende che il sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi in ambito europeo (Rasff) ha lanciato un allarme riguardante le vongole veraci della specie ‘Ruditapes philippinarum’ che interessa il mollusco allevato in Spagna e importato in Portogallo e in Italia e che può risultare colpito dal batterio Norovirus". Da qui, le richieste di chiarimenti contenute nell’interrogazione. "Quali provvedimenti sono stati adottati – si legge – in riferimento alle difformità emerse nel 2015 e quali i criteri seguiti dalle cooperative che hanno regolarizzato la posizione, al fine di non sottrarre aree marittime ‘utilizzate in eccesso’ ad altre cooperative costituite?". Mastacchi chiede di "conoscere quali controlli e prevenzioni siano state adottate dal Servizio veterinario dell’azienda Ausl per rilevare il batterio Norovirus", "e quali azioni concrete intende intraprendere per scongiurare tensioni di tipo sociale che stanno emergendo tra le imprese ittiche in quelle aree e tra le marinerie delle due regioni".

Valerio Franzoni