West Nile a Ferrara, il medico: "Situazione ormai endemica"

Sei casi di contagio e tre decessi finora nella nostra provincia. L’infettivologo Marco Libanore affronta il caso che sta allarmando: "Il problemi? Clima e volatili"

MEDICO L’infettivologo Marco Libanore (azienda ospedaliero universitaria), affronta  il caso che sta suscitando allarme in tutta la popolazione

MEDICO L’infettivologo Marco Libanore (azienda ospedaliero universitaria), affronta il caso che sta suscitando allarme in tutta la popolazione

Ferrara, 11 agosto 2018 - West Nile, sei casi di contagio e tre decessi a Ferrara. L’infettivologo Marco Libanore affronta il caso che sta allarmando tutti.

Marco Libanore, primario del reparto di malattie infettive dell’azienda ospedaliero universitaria di Ferrara. Sei casi di virus da West Nile: tre decessi e tre pazienti sotto osservazione. Che portata ha il fenomeno?

«Ci sono i presupposti per una condizione endemica».

Quali sono?

«Il clima subtropicale e, di conseguenza, la presenza anticipata delle zanzare vettore».

Quali sono gli animali portatori del virus?

«Diverse tipologie di volatili, alcune molto diffuse anche da noi. Pensate alla famiglia dei corvidi. Ma ormai non solo».

Scheda: cos'è il virus West Nile, sintomi e prevenzione

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Sull’argomento torniamo dopo. I casi che misura danno al fenomeno?

«I primi casi, su questo territorio, li abbiamo avuti nel 2008. La tendenza ci dice che a parte la pausa nel biennio 2010-2011, lo scorso hanno abbiamo registrato un caso».

Quest’anno già sei.

«Quest’anno c’è una situazione particolare. Il clima subtropicale è iniziato prima».

Si può parlare di un territorio ‘serbatoio’ del virus?

«Le zone tra Bologna, Ferrara, Modena e Rovigo. Ma soprattutto le aree prossime alle foci del Po e dell’Adige sono quelle più a rischio».

Perché?

«Per il clima. Ma anche per la presenza di tanti volatili portatori del virus. Circola una stima: lungo l’argine del Po ci sono corvi o gazze in un albero ogni tre».

Certe categorie di volatili rischiano di essere i principali imputati?

«Sostengo che, se la tendenza continua, si dovranno studiare forme di contrasto forti. Come nuove vaccinazioni per l’uomo e piani per il controllo dei volatili. Senza dimenticare la lotta, su scala pubblica e sulle singole abitazioni, per il contrasto alla proliferazione delle zanzare».

Quali sono i soggetti più a rischio West Nile?

«Le persone più anziane, con maggiore difficoltà a produrre risposte a livello di anticorpi. Ma soprattutto pazienti che accompagnano il virus con patologie croniche: cardiopatie, bronchite cronica enfisematosa, ischemie croniche».

Quali sintomi devono farci insospettire?

«Se la persona è anziana e soffre già di disturbi cronici sono febbre alta, stato confusionale, mal di testa e torpore».

In quel caso?

«Farlo subito visitare. Il virus aggredisce il sistema nervoso centrale».

La cura?

«Non esiste un farmaco preciso. Esiste, o meno, la capacità del paziente di produrre anticorpi».

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