Omicidio Willy Branchi, via al primo processo. "Ecco chi depistò le indagini sulla morte"

Sul banco degli imputati per falso un pensionato di Goro

Da sinistra Luca Branchi, fratello di Willy, e il legale Simone Bianchi

Da sinistra Luca Branchi, fratello di Willy, e il legale Simone Bianchi

Ferrara, 11 luglio 2018 – La famiglia Branchi sarà parte civile nel processo contro Carlo Selvatico, definito a più riprese dall’avvocato Simone Bianchi «un serio ostacolo alla verità nella morte di Willy Branchi».

Eccolo il primo processo legato all’omicidio del 1988  a Goro il corpo nudo del 18enne trovato lungo l’argine del Po, la testa fracassata da percosse inflitte con la bocca di una pistola da macello (VIDEO).

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Un cold case riaperto nel 2014, che ha avuto nelle settimane scorse un importantissimo impulso dopo l’ordinanza del gip Carlo Negri che ha ordinato nuove indagini.

Proprio nell’ambito dell’inchiesta ‘madre’ sull’assassinio, ecco comparire il pensionato gorese Carlo Selvatico, indagato per aver detto il falso davanti all’allora pm Tittaferrante.

«In quell’indagine – chiosa l’avvocato Bianchi davanti al giudice Piera Tassoni e al pm onorario Alessandro Rossetti – Selvatico venne sentito e negò circostanze estremamente interessanti per arrivare agli assassini. E quel suo comportamento ha creato un danno enorme, forse irreparabile, alla famiglia».

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Nei guai vi finì per avere fatto confidenze, nella primavera 2016, ad alcune persone. Una in particolare – secondo le accuse –, fatta chiamare da un terzo soggetto (recentemente deceduto in uno schianto) per sapere che tipo di intercettazione i carabinieri stavano facendo e dicendosi molto preoccupato per gli sviluppi che stava prendendo l’attività investigativa.

«Tutti sanno chi ha ucciso Willy – avrebbe detto Selvatico, che si presentò sotto falso nome al suo confidente, un avvocato ferrarese –, se va avanti così qui ci arrestano tutti».

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Il confidente, sentito in via Mentessi, non solo poi raccontò quella strana chiacchierata, bensì lo riconobbe in foto.

Ma in procura il pensionato gorese negò tutto: «Io? Mai parlato con nessuno». Da qui l’avviso di garanzia e il processo, iniziato ieri con lui contumace. «Selvatico – continua l’avvocato della famiglia Branchi – quel giorno rappresentò il terrore di essere arrestato».

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In aula vengono letti passaggi della richiesta di archiviazione dell’inchiesta principale, laddove il pm parlò chiaramente di «atteggiamenti omertosi di alcuni di Goro» e di «serio ostacolo alla verità». Come quella mostrata da Selvatico che, continua l’avvocato Bianchi, fuori dal tribunale ai giornalisti «disse che dell’omicidio non gli interessava nulla», per «poi presentarsi alla famiglia per spiegare e chiarire quelle sue parole. Ecco, signor giudice, questo è Carlo Selvatico».

Ammessi come parte civile sia il fratello di Willy, Luca, e la madre Bice Forcucci, così come i due testi (un brigadiere e il legale-confidente) che saranno sentiti il 13 marzo.