Yara, la risposta nell’idrogeno green "Usciamo dall’impasse energetica"

Una delle proposte avanzate nel corso di una riunione degli iscritti al sindacato Uiltec ieri mattina "Occorre potenziare la banchina di Ravenna aumentando i fondali. Più integrazione fra gli stabilimenti"

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di Federico Di Bisceglie

Sfruttare le opportunità della banchina di Ravenna, completare i cicli di investimenti anche nello stabilimento di Ferrara e Iniziare da subito a ragionare delle opportunità fornite dallo sviluppo delle tecnologie per la produzione di idrogeno Blu e in prospettiva dell’idrogeno verde. Queste sono solo alcune delle proposte avanzate dalla Uilec all’azienda Yara, che ha due stabilimenti nella nostra Regione. Uno di questi rappresenta una delle punte di diamante del nostro Petrolchimico. Ma andiamo con ordine. "Yara – scrivono da Uiltec – ha due siti produttivi fortemente integrati anche attraverso una pipe-line per il trasporto dell’ammoniaca; prodotto base per la fabbricazione di urea, acido nitrico, nitrati e Npk. Non meno importanti sono le produzioni conto terzi di Co2 per uso alimentare e l’additivo Ad-blue per i motori diesel di ultima generazione". La discussione nata in seno alla riunuione degli iscritti al sindacato ha "messo in luce – proseguono – l’importanza di queste produzioni fondamentali e indispensabili per garantire la continuità della produzione delle bibite gasate e la circolazione dei veicoli con le motorizzazioni più evolute dal punto di vista ambientale". Secondo Uiltec, è imprescindibile "il ruolo di Yara nel fornire fertilizzanti a tutto il sistema agricolo italiano e in particolare della

valle padana". "Gli aumenti vertiginosi delle derrate alimentari – così il sindacati – sono figli anche degli alti costi per fertilizzare i terreni così che alcuni coltivatori hanno addirittura deciso di lasciare incolti molti campi, o

scelto coltivazioni alternative". In questo quadro, tuttavia, il " perdurare dell’emergenza energetica e l’elevato costo del gas impediscono di vedere all’orizzonte un’immediata ripartenza dell’impianto ferrarese dell’ammonica ed urea, condizionando di fatto anche le attività ravennati". Ed è per questo che Uiltec ha proposto iniziative finalizzate a "riprendere le attività al 100% dei due siti con uno sguardo anche al futuro e allo sviluppo tecnologico".

Si muove in questa direzione proprio la proposta di sviluppo produttivo in particolare legata all’idrogeno verde. Un processo che scaturisce dall’idrolisi utilizzando "tecnologie rinnovabili in cui l’italiana Marie Tecnimont eccelle". Integrazione. "Siamo fortemente convinti – chiudono i sindacalisti di Uiltec – che il futuro di questi impianti passi decisamente per una integrazione sempre più spinta delle realtà produttive di Yara in Emilia-Romagna". Nella logica di un’ottimizzazione della banchina ravennate "diventa fondamentale realizzare

l’aumento della profondità a undici metri dei fondali".