Incidente sul lavoro: Yaya morto all'interporto di Bologna dopo tre giorni di lavoro

Il giovane della Guinea, 22 anni, residente in città travolto dalla ribalta di un camion in fase di carico. Il pm indaga per omicidio colposo

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di Francesco Zuppiroli

FERRARA

Tre giorni. Da tre giorni Yaya Yafa, 22enne nato nella Guinea Bissau ma residente a Ferrara, lavorava come facchino da interinale all’Interporto di Bentivoglio (Bologna), per il consorzio Metra. Il giovane era addetto all’attività di carico e scarico nei magazzini di Sda Express Courier, che fa parte del gruppo Poste Italiane, al blocco 13.4 del polo logistico bolognese. Lì dove dopo appena tre giorni di contratto Yaya è morto all’una di ieri notte, schiacciato – stando ai primi accertamenti degli inquirenti – fra un mezzo pesante e la ’ribalta’, cioè la piattaforma mobile, del magazzino. L’infortunio mortale è avvenuto durante un’operazione di carico. La dinamica della tragedia è ancora oggetto di accertamenti a cura dell’Unità operativa prevenzione e sicurezza Ambienti di Lavoro dell’Ausl e dei carabinieri della stazione di Molinella, intervenuti a supporto nella notte.

TROPPO GIOVANE

PER MORIRE

Era davvero troppo giovane Yaya Yafa per morire. Per morire così, sul posto di lavoro. Una ‘morte bianca’ che fa discutere e fa ancora più male, guardando gli occhi appassionati di un ragazzo di appena 22 anni che nutriva un grande amore per il calcio. Yaya giocava come portiere in una squadra di Ferrara, la città in cui abitava. Un ragazzo che, sebbene si trovasse all’Interporto da così poco tempo, aveva già colpito i colleghi, dando subito l’impressione di un giovane "tranquillo e buono, con grande volontà e disposizione a guadagnarsi da vivere con il suo lavoro".

Con il sudore della fronte, lo stesso che anche solo per tre giorni Yaya non si è mai risparmiato di versare come facchino nei magazzini di Bentivoglio o sui campi da calcio. Una vita spezzata in un attimo, nel cuore della notte. E ora non restano che le lacrime.

LA DINAMICA

È da poco passata l’una, quando Yaya si trova al magazzino di Sda, al blocco 13.4 del polo logistico. Un lavoro – stando alle prime ricostruzioni – di carico merci e pacchi su un camion. È nel corso di questa operazione che qualcosa va storto. Un errore di distrazione, una mancata comunicazione fra l’autista del mezzo pesante e il piazzalista: cosa sia accaduto di preciso lo chiarirà l’inchiesta affidata al pm di turno Augusto Borghini di Bologna.

Il risultato però è noto quanto tragico ed è la morte del 22enne, rimasto schiacciato fra il camion e il muro dello stabile. Un urto che avrebbe sfondato il torace al giovane, forse colpito anche alla testa. Yaya, però, dopo l’investimento non è morto subito. Stando ad alcune testimonianze di chi si trovava con lui nel magazzino, il 22enne sarebbe rimasto in vita per alcuni minuti ma avrebbe perso molto sangue, tanto da rendere vano il tempestivo intervento dei sanitari.

LE INDAGINI

Ora sarà da chiarire come e perché è avvenuto l’incidente e, soprattutto, se ci sono responsabilità per la morte di Yaya, che era anche iscritto come bracciante alla Flai-Cgil. Gli accertamenti su come il 22enne sia morto nel magazzino numero 9 sono ancora in corso da parte dell’Unità operativa dell’Ausl, che come detto è intervenuta nella notte assieme ai carabinieri della stazione di Molinella e ai soccorritori del 118.

Quel che è certo è la trasmissione immediata alla procura del materiale probatorio raccolto nelle primissime fasi d’indagine.

Il pm Borghini ha già aperto un fascicolo per il reato di omicidio colposo, al momento senza indagati. Nelle prossime ore, però, saranno iscritti i primi nomi, dopo che gli accertamenti più approfonditi di Ausl e carabinieri saranno arrivati sul tavolo del magistrato. Ovviamente, la lista potrebbe allungarsi in base ad eventuali violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro.