"Zona Darsena, qui la notte non si dorme più"

I residenti puntano l’indice sulle ore successive alla fine dei concerti, quando i giovani restano a festeggiare fino alle due del mattino

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di Matteo Radogna

La vera pace non è mai stata raggiunta e difficilmente la si troverà. Far coincidere il diritto di chi mal sopporta il baccano sotto casa fino a tarda ora e la diversa, ma altrettanto legittima, voglia dei giovani di divertirsi fuori casa, è una ‘mission impossible’. Specie dopo le reclusioni imposte dalla pandemia, e la conseguente voglia di uscire senza l’odiata mascherina. La ricerca del divertimento in città, però, fa spesso rima con le proteste: in zona Darsena, area recuperata grazie a una profonda riqualificazione, i residenti sono sul piede di guerra per i giovani, che finiti i concerti, restano a festeggiare fino alle due del mattino. "Arrivano alla spicciolata con le bottiglie di birra in mano intorno alle 21,30. Poi, quando si spegne la musica, restano e iniziano gli schiamazzi per tutta la notte. Per chi il giorno dopo deve lavorare, diventa difficile chiudere occhio", sottolinea uno dei residenti. Alfio Marabese indica la strada da seguire: "Gli eventi e concerti sono importanti per la città. Ma quando la musica si spegne bisogna andare a casa ed evitare di disturbare. Trovare una via di mezzo tra le varie esigenze è la strada da percorrere". Sulla stessa lunghezza Marco Piva: "Giusto organizzare eventi, ma anche accertarsi che, una volta finiti, la gente torni a casa. Questi universitari non lavorano durante il giorno e non sanno che c’è gente che ha bisogno di riposarsi. Si deve trovare per questi ragazzi un’alternativa in un luogo isolato". Anche Clelia Corazza è convinta che si debba cercare un punto d’incontro tra le varie esigenze: "Gli eventi fanno aumentare il turismo e rendono viva la città, ma inevitabilmente arriva tanta gente. Anche chi si lamenta ha ragione: quando finiscono i concerti si deve andare a casa". Fulvio Morandini è partito dalla Toscana per assistere ai concerti: "Sono eventi molto belli. Spesso visito Ferrara per partecipare ai concerti. In tutte le città la polemica è la stessa: si pretende che si svolgano gli eventi senza che ci sia un po’ di rumore".

Michela Giovanelli ritiene che la Darsena sia il luogo ideale per gli eventi: "Era peggio quando i concerti li facevano sotto il Castello. Da anni partecipo a questi eventi e non ho mai visto una movida eccessiva. Non capisco le lamentele".

Alice Formignani è nello staff di chi organizza alcuni eventi e, oltre a essere ovviamente favorevole ai concerti, indica una soluzione: "Creare un deflusso di uscita dopo la fine della musica come si fece con Buskers Garden. Devo però sottolineare che in tanti anni non ho mai sentito di polemiche sui concerti". Anche il vicesindaco Nicola Lodi rileva che "non sono arrivate mail di protesta o telefonate dello stesso tenore per il rumore del dopo concerti. Questi eventi puntano a rendere viva una zona che è stata profondamente riqualificata". L’assessore Andrea Maggi parla invece del cantiere su via Daserna: "Le fognature sono finite. Adesso abbiamo aggiornato i prezzi con l’impresa appaltatrice perchè i costi delle materie prime sono aumentati. Dopo di che partirà la realizzazione della ciclabile. Stiamo andando avanti". I residenti, però, non mollano: "I veri problemi ci saranno con Mangiafexpo dove la gente parteciperà con l’obiettivo di mangiare e, soprattutto, bere". Il tema, insomma, resta terreno di epico scontro, puntuale, in città.