Carnevale di Cento, il re Ivano Manservisi: "Amo le sfide. Così sfilammo a Rio"

Da 32 anni alla guida della kermesse, il patron festeggia mezzo secolo tra i grandi eventi

Ivano Manservisi con Ornella Muti nel 1993

Ivano Manservisi con Ornella Muti nel 1993

Cento (Ferrara), 13 febbraio 2023 - Mentre si chiudeva con successo la seconda giornata del ’Cento Carnevale d’Europa’ (foto), una kermesse che guida da oltre 30 anni, il patron Ivano Manservisi festeggiava simbolicamente anche un altro traguardo: i 50 anni di attività nel mondo degli eventi internazionali. Lui, precursore dei tempi in vari settori, che iniziò con il cantacalcio per poi arrivare a essere il re assoluto del carnevale.

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Patron, partiamo dal Carnevale di Cento, tornato ora nel calendario invernale. Che edizione è questa?

"E’ la 32ª ed è stato fermato solo due volte: col sisma dell’Emilia e poi la pandemia. Abbiamo sofferto, ma resistito anche grazie al supporto della Regione, del Comune e della Fondazione Teatro e stiamo sfilando ora, fino al 5 marzo, con grandi ospiti come Ermal Meta, Emis Killa e i Disco Club Paradiso. Questo successo è la conferma che il lavoro fatto in tanti anni era giusto, ma anche del grande amore che la gente ha ancora per il carnevale".

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Che percorso è stato il suo?

"Avevo solo 5 anni quando mi sono innamorato del carnevale, ma fu nel 1989 che il sindaco mi chiese di salvare la manifestazione, visto che avevo già fatto eventi di un certo livello. E l’ho portato in serie A, con benefici al territorio, sia di indotto economico che di turismo. Lo spettacolo poi si è evoluto sia in termini di costumi che di carri. Amo le sfide e vinsi anche quella del gemellaggio con Rie de Janeiro, facendo poi sfilare un carro centese al sambodromo: è il carnevale più grande al mondo, partii senza conoscere nessuno e tornai con la soddisfazione di essere riuscito in questa impresa immensa. Ora sono orgoglioso di dire che la continuità del carnevale è garantita con mio figlio Riccardo, che sta dando una nuova impronta".

Cosa ci dice degli ospiti vip?

"Anche in questo caso non sono mancate le sfide. Sono riuscito a portare a Cento Ivana Trump, Dustin Hoffman, Maradona solo per citarne alcuni. E visto che la provocazione forte è vincente e fa parlare, ho portato anche personaggi come l’arbitro Moreno o l’allora ancora in esilio Emanuele Filiberto di Savoia a sfilare a Rio sul carro centese".

Prima del Carnevale cosa ci fu?

"Il cantacalcio negli anni ’70: pensai di unire la musica ai tornei di calcio a 7 con giocatori di alto livello. Portai in zona grandi nomi come Mia Martini, Cocciante, Bosè. Tanti artisti che si vedevano solo alla tv. Poi iniziai anche a organizzare i grandi concerti come quello di Vasco o Peter Tosh che nell’80 in Italia aveva solo tre date: San Siro, Roma e Pieve di Cento. Più di recente, diedi l’avvio al Comacchio Summer Festival e ai concerti sulla spiaggia, come quelli di Jovanotti, che ora vanno tanto".

Ma non c’è stato solo lo spettacolo, giusto?

"Da innamorato di ciclismo per diversi anni Cento fu protagonista delle partenze del Giro dell’Emilia uomini e inventai il Donne èlite, gara femminile con grandi campionesse. Poi la Millemiglia a Cento, vincendo la sfida di spostarla dalla grandi città. Nel ’97 invece, mi spostai per due anni a Sanremo per organizzare il campionato mondiale di fuochi d’artificio: un grande successo con sei nazioni e mezzo milione di persone".

Precursore anche nei media? "Nell’86, mentre c’era Berlusconi con Fininvest, io feci nascere Ragno Tv, emittente regionale di informazione che creava anche format. Intervistammo politici come Craxi, andammo anche in Parlamento e nostre furono le immagini della Milano-Sanremo vinta da Fignon".