Il nuovo Palazzo dei Diamanti. Restauro finito e grande mostra

I lavori di sistemazione sono terminati e a febbraio sarà riaperto lo spazio espositivo: ecco cosa cambia

Il nuovo Palazzo dei Diamanti. Restauro finito e grande mostra

Il nuovo Palazzo dei Diamanti. Restauro finito e grande mostra

Quella che si sta per inaugurare a Ferrara è una vera e propria stagione artistica. Una nuova stagione che corrisponderà alla riapertura di Palazzo dei Diamanti, chiuso dal luglio dello scorso anno, per una serie di lavori che lo restituiranno alla comunità, nel febbraio 2023, in una rinnovata veste. O meglio, in una veste restaurata. Sì, perché, sebbene non ancora terminato, l’intervento di restauro e di adeguamento degli spazi espositivi, previsto dallo studio Labics, mostra già un aspetto fondamentale: non si vuole modificare il palazzo, ma lo si vuole valorizzare. Si potrebbe agire diversamente, trattandosi di uno dei principali simboli del Rinascimento italiano? Domanda retorica. Palazzo dei Diamanti è il culmine della famosa ‘Addizione Erculea’, il progetto di ampliamento che nell’ultimo decennio del Quattrocento, il duca Ercole I d’Este aveva pensato per la sua Ferrara. Tale progetto venne affidato a uno dei più grandi architetti di allora, Biagio Rossetti, che diede vita alla "prima città moderna d’Europa", secondo la celebre definizione di Jacob Burckhardt. Nel 1493, quindi, iniziò il cantiere di Palazzo dei Diamanti, così detto per il bugnato in marmo a forma di punte di diamante, che corre lungo tutto il suo prospetto. L’edificio rimase in mano agli Este fino al 1641, quando venne venduto alla famiglia Villa: infatti dal 1598 Ferrara era nelle mani dello Stato Pontificio e gli Este si erano trasferiti a Modena, segnando l’inizio della dispersione del patrimonio artistico estense, che poco aveva da invidiare a centri come Venezia e Firenze. Una dispersione a cui si pose rimedio soltanto nel 1933, quando venne allestita, proprio a Palazzo dei Diamanti una grande mostra monografica su quella che Roberti Longhi avrebbe definito "Officina ferrarese", con opere di grandi maestri come Cosmè Tura, Francesco del Cossa, Ercole de’ Roberti, Lorenzo Costa, L’Ortolano, Dosso Dossi…Il palazzo, poi, visse un altro momento fondamentale nel secondo dopoguerra, quando divenne uno dei principali poli europei e internazionali dell’arte contemporanea, grazie al direttore della Civica Galleria d’Arte Moderna, Franco Farina, tra i primi a portare in Italia, ancora una volta al Diamanti, artisti del calibro di Andy Warhol.

Oggi, il palazzo è sede della Pinacoteca Nazionale di Ferrara e conserva opere di Guercino, Scarsellino, Bononi, Tura, Bastianino, Dosso, de’ Roberti e non solo. In più, è una delle sedi delle esposizioni della Fondazione Ferrara Arte.

La prossima in programma - curata dallo storico dell’arte, Michele Danieli, e dal sottosegretario alla Cultura e presidente di Ferrara Arte, Vittorio Sgarbi – è ‘Rinascimento a Ferrara, Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa’. Verrà inaugurata il 18 febbraio 2023, in occasione della riapertura di Palazzo dei Diamanti, a segnare (in linea col tema rinascimentale), una vera "rinascita" dell’edificio.

Tra i vari interventi del progetto di Labics, ad esempio, la realizzazione di nuovi ambienti a supporto dell’attività museale (una caffetteria, una libreria, una sala didattica e una polifunzionale), di nuove pavimentazioni e di impianti adatti a un museo contemporaneo. Inoltre, i cortili interni, che versavano prima in una condizione di quasi abbandono, sono stati riqualificati e dotati di nuove pavimentazioni in cotto. Si è provveduto, quindi, a una ‘pensilina’ lignea, una struttura leggera ed essenziale che si estende nel giardino, collegando le due ali dell’edificio. Insomma, nel complesso, l’intervento non sembra né disturbante né eccessivo. Non si sta modificando Palazzo dei Diamanti per adattarlo a future mostre: saranno le mostre a doversi adattare, dialogando con una dimensione passata che non va fagocitata, ma valorizzata. Così vince l’arte e nessuno perde.