Limonov, un "eroe risorgimentale" a Ferrara

Lo scrittore e attivista politico è per Vittorio Sgarbi "una persona, non un personaggio, che ha cercato di cambiare il mondo"

Vittorio Sgarbi, Sandro Teti, Eduard Limonov all'Ibs di Ferrara

Vittorio Sgarbi, Sandro Teti, Eduard Limonov all'Ibs di Ferrara

Ferrara, 17 maggio 2018 - “Ora forse dirò una cosa un po’ forte: spesso i governi che non vengono scelti dai cittadini governano in modo migliore rispetto a quelli eletti”. Eduard Limonov entra all’Ibs così, pacatamente a gamba tesa, presentato da Vittorio Sgarbi e dal suo editore italiano, Sandro Teti, mentre la presentazione diventa corale e si apre alle domande del pubblico, moltissimo, accorso per ascoltare quel personaggio reso celebre – sua malavoglia – dal romanzo di Carrère. “Un personaggio che esce dal romanzo e diventa una persona vivente” commenta Vittorio Sgarbi, dopo che con la sorella Elisabetta l’hanno portato a visitare la mostra in Castello della Collezione Cavallini Sgarbi. “Un eroe del nostro tempo – aggiunge Sgarbi – un uomo che ha vissuto una vita come oggi non ne esistono più, un eroe risorgimentale, eroe del popolo, che ha vissuto non solo della fama letteraria, ma si è scontrato con la vita. Insomma, un rivoluzionario, come Garibaldi, come Lenin, che ha cercato di cambiare il mondo”.

Ferrara, infatti, è tra le poche città dove lo scrittore russo si è fermato nella manciata di giorni passati in Italia per presentare il suo libro ‘Zona industriale’, scritto più di dieci anni fa ed edito quest’anno in Italia da Sandro Teti editore. Si chiede e si parla perlopiù di politica. La Russia e gli Stati Uniti, che si sentono per Limonov “gli imperatori del mondo, come gli antichi romani, dicendo a tutti cosa devono fare”. Non è così la Russia, nemmeno quella di Putin.

“Molti dicono che la Russia voglia riconquistare lo status di super potenza: su questo non c’è dubbio, ma a differenza degli Usa noi non vogliamo dare lezioni a nessuno”. Si passa poi alla politica italiana. ‘Il Cavaliere’? “In Russia lo conoscono tutti, anzi è un esempio popolare, ne invidiano la vita”, Renzi? “Un giovane aitante” sentenzia Limonov. E a chi gli chiede se si sente uno scrittore sovversivo assimilato risponde, visibilmente alterato eppure fermo: “Sono stato arrestato mentre stavo cercando di intimare l’insurrezione armata, accusato di terrorismo, 17 persone del mio partito sono state ammazzate, in carcere non mi sono dato per vinto e ho scritto altri 7 libri (in tutto ne ha scritti 72, ndr). In cosa mi vede assimilato?”.