‘Il giardino che non c’è’, una mostra dedicata a Bassani

Il 31 ottobre inaugurazione al Meis con le opere di Dani Karavan. Incontro sul Museo ieri a Milano

Da destra Dario Disegni, Gad Lerner, Aldo Grasso e Simonetta Della Seta nell’incontro dedicato al Meis

Da destra Dario Disegni, Gad Lerner, Aldo Grasso e Simonetta Della Seta nell’incontro dedicato al Meis

Ferrara, 21 giugno 2018 - «Bisogna riuscire a far comprendere a ebrei e a non ebrei che ciò che succede dentro l’ebraismo è spesso l’anticamera di ciò che sta per succedere agli altri. E in questo momento, in cui tanti sentono la necessità di affermare il proprio ebraismo, il Meis è fondamentale». Così l’attrice e regista Andrè Ruth Shammah ha spiegato il rilievo del Museo Nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah, nel corso dell’incontro promosso dal Meis e da Electa, che si è svolto ieri a Milano. Una ‘trasferta’ alla quale hanno preso parte il presidente Dario Disegni e il direttore Simonetta Della Seta, trovando interlocutori anche Aldo Grasso e Gad Lerner. Il quale, nel proprio intervento, ha parlato dei ragazzi che alla maturità ieri hanno trovato la traccia sul ‘Giardino dei Finzi Contini’ di Giorgio Bassani: «Mio figlio – ha confidato il giornalista – ha dato l’esame, e ho pensato che nel giugno del 1938 avrebbe ancora potuto farlo, perché non era neanche concepibile che seimila studenti ebrei a settembre sarebbero stati espulsi dalle scuole. Le cose succedono molto in fretta, anche quelle più impensabili». Ma il tema principale della conversazione è stato, come detto, il ruolo del museo: «Un museo – ha spiegato Aldo Grasso – ha un aspetto fortemente identitario, che la mostra del Meis comunica molto bene, in maniera culturalmente complessa, senza banalizzare. Ma bisogna arrivare anche alle scolaresche, per me il target più importante su cui lavorare, e lo si può fare solo con la tecnologia, con una comunicazione per immagini che sappia passare dalla sfera razionale della parola a una sfera più emotiva, che stimoli l’immedesimazione. Le classi sono il pubblico che ancora può emozionarsi e cambiare la propria percezione delle cose. Nella mia esperienza di insegnamento ho visto che, più le persone crescono, più si caricano di pregiudizi, di certezze, mentre finché sono giovani c’è ancora un’area del loro intelletto che può essere colpita, suggestionata in modo positivo». In conclusione, annodando due guardini (quello bassaniano dei Finzi Contini e il Giardino delle Domande allestito nel cortile interno del Meis), la Della Seta ha dato un annuncio: «Il 31 ottobre sarà inaugurata la mostra di Dani Karavan (scultore che da anni lavora a una statua dedicata a Bassani, ndr), intitolata ‘Il giardino che non c’è’, per chi viene a Ferrara a cercare la magia del giardino di Giorgio Bassani».