Ferrara, 13 dicembre 2017 - Un’idea, diventata progetto e ora istituzione. Se quella degli ebrei in Italia è una storia millenaria, illustrata nella mostra che tiene a battesimo oggi il Meis, il nuovo Museo nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah è un virgulto (quindici anni dalla legge istitutiva) che irrompe nel panorama culturale internazionale: «In un Paese come il nostro in cui la rappresentazione del mondo, politico, sociale e culturale, è superficiale e per slogan – afferma il sindaco Tiziano Tagliani –, è importante che ci sia un luogo di relazione e confronto, civile e meditato».
Quel luogo è dunque il Meis, dove in mattinata si è svolta la visita d’anteprima alla mostra curata da Daniele Jalla, Anna Foa e Giancarlo Lacerenza.
Oltre duecento oggetti, ricostruzioni di ambienti particolarmente suggestive, video di grande impatto emotivo; il presidente del Meis Dario Disegni, visibilmente emozionato nel varcare per la prima volta in modo ufficiale il complesso dell’ex carcere, trasformato in un museo hi-tech, ha scortato il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. Fiero del momento, perché la legge istitutiva, nel 2003, portava la sua firma accanto a quella di Vittorio Sgarbi.
La mostra, che resterà aperta sino al settembre 2018, domani sarà visitabile gratuitamente da tutto il pubblico.