MARIO BOVENZI
Economia

“Basta un’app e il cibo è salvo”

Grazie all’idea nata in Danimarca si prenotano le eccedenze, vengono ritirate in un sacchetto a sorpresa. Un regalo per i clienti ferraresi, un affare per i negozi. I titolari: “Ci guadagnano l’ambiente e la lotta al consumismo”

L'app nata nel 2015 in Danimarca per abbattere lo spreco in bar e ristoranti, spopola a Ferrara

L'app nata nel 2015 in Danimarca per abbattere lo spreco in bar e ristoranti, spopola a Ferrara

Ferrara, 4 febbraio 2025 – Li guardi e fanno gola cornetti e bomboloni che Sabina Tiberi, da 11 anni al banco della pasticceria Dario, fa sparire nel sacchetto bianco. Corso Porta Reno, la bontà ha il profumo della vaniglia, troppo buone per essere buttate via – ’Too good to go’ – quelle paste. Domani mattina sgraneranno gli occhi – ’Surprise bag’ – per la meraviglia, alle sedie della prima colazione frotte di bambini.

E’ l’app contro lo spreco alimentare. Nata nel 2015 in Danimarca, spopola a Ferrara. Forni, bar, pasticcerie aderiscono sempre più numerosi alla strategia tre volte win- win. Primo win, consente agli esercenti di guadagnare sul cibo che altrimenti sarebbe buttato via. Seconda vittoria, conquista la clientela. Terzo win, ma non ultimo, consente ai consumatori di portare a casa alimenti ad un prezzo ’scontato’ evitando lo spreco alimentare. Sempre più numerosi i locali, sempre più i clienti.

“Non solo studenti, anche le famiglie stanno usando questa app”, spiega Marisa Gallini, la titolare. Batte uno scontrino ad un cliente, fa un po’ di conti. “Porti via un sacchetto con paste del valore di 12 euro a soli 3,99”. Spiega come funziona Sabina, una pasta tra le ’tenaglie’. “Ad una fascia oraria ben precisa, sono pronte le surprise bag. Con l’app ti prenoti e a quell’ora, in genere la sera, ti presenti. Nel sacchetto mettiamo quello che rimane, i dolci saranno una sorpresa per il cliente”.

Iara Kiryluk, nata in Argentina, da tre anni al lavoro nella Bottega del Pane in via Mazzini
Iara Kiryluk, nata in Argentina, da tre anni al lavoro nella Bottega del Pane in via Mazzini

Una dolce sorpresa, l’app sta decollando. La Surprise Bag deve essere ritirata in negozio entro la finestra temporale specificata da ’Too good to go’. Si entra, si mostra l’applicazione, una strisciata sul cursore in-app – è la prova della prenotazione – e la colazione o le coppie di pane sono servite. Il personale consegna il sacchetto, buon appetito. Come quello che augura Iara Kiryluk, nata in Argentina, da tre anni al lavoro tra le ceste di rosette, coppie, pizzette. La fragranza dalla Bottega del Pane riempie via Mazzini, tentazione per il palato, il passo che si affretta verso la meta, il pranzo. “Sono qui da 20 anni, qui a Ferrara. E’ la mia città – dice –. Da tempo abbiamo aderito alla app che sta andando alla grande”. Così non finisce nella spazzatura quel ben di Dio, nel sorriso del portafogli, qualche euro in più nel fondo della tasca. Matteo Musacci, imprenditore, una vita nel settore della ristorazione, è vicepresidente nazionale di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) di Confcommercio.

Musacci, che di pane se ne intende. Una laurea con lode in scienze della comunicazione all’Università, il diploma in chitarra al conservatorio Frescobaldi, ha seguito la scia di farina, lievito e briciole della famiglia, dal 1952 nel mondo della panificazione. “Fipe Confcommercio, nell’ottobre scorso – sottolinea con orgoglio – ha siglato un’intesa con too good to go. Ogni nuovo contratto sottoscritto permetterà all’associato di avere uno sconto riservato. L’ennesima riconferma che l’appartenenza alla nostra federazione genera valore all’impresa e alla società, nella lotta contro lo spreco alimentare”.

Davanti alla Bottega del Pane, oltre la strada, c’è Mazzini 109, il bar che ha preso il nome da una strada e da un civico. Anche qui l’app vola. Spiega Andrea Pesci, un dipendente: “Nel sacchetto solo il dolce, i panini ogni mattina finiscono”. Tappa per gli studenti, si scioglie i capelli Beatrice Zaccardi, iscritta alla facoltà Medicina, nel piattino una treccia. Vanno a ruba le paste che Giulia Casoni, l’altra dipendente, porta sui vassoi. Slalom in strada, fanno il tifo i clienti. “Grande Giuli”. Che si augurano qualcosa rimanga, bontà da portare via.