Bollette milionarie, la Cartiera Ferrara chiude

Il titolare: "Finite le commesse, metteremo gli operai in cassa integrazione"

Ferrara, 14 settembre 2022 - Alcuni casi in successione, non può essere più solo un indizio, ma comincia a costituire una prova. Non ci vuole Sherlock Holmes per capire che il caro energia sta spegnendo le linee di produzione di molte aziende. L’ultimo esempio in via Marconi: la ’Cartiera Ferrara’ costretta a fermare l’impianto da sabato scorso a oggi e poi "ripartiremo perché abbiamo degli ordini – spiega l’amministratore delegato Giulio Spinoglio - .Alcuni clienti hanno accettato gli aumenti dovuti ai rincari sull’energia. Ma il lavoro che abbiamo ci basta per una settimana. Poi se non cambierà qualcosa, dovremo ricorrere alla cassa integrazione per i cento dipendenti. Finora ci siamo accollati la sospensione dell’attività, mettendo tutti in ferie".

L’amministratore delegato della ’Cartiera Ferrara’, Giulio Spinoglio
L’amministratore delegato della ’Cartiera Ferrara’, Giulio Spinoglio

La ’Cartiera Ferrara’ è fra le attività della provincia più colpite dal caro energia: dai 320mila euro al mese, la bolletta del gas è passata a 2 milioni e mezzo. Un aumento che farebbe tremare le vene e i polsi a chiunque. Spinoglio, però, non si dà per vinto: "Nonostante alcuni problemi di salute, ho preso l’auto e oggi (ieri per chi legge) sono a Isola del Liri nella provincia di Frosinone. Cerco nuove commesse per la nostra impresa. Non sono abituato a piangermi addosso o alle chiacchiere, uno sport molto in voga tra i nostri politici. e, quindi, cerco di trovare ordini per proseguire l’attività. Il caro bollette ci spezza le gambe, ma vogliamo resistere".

’Del doman non v’è certezza’, è la parola d’ordine per le imprese soprattutto dei settori energivori come le cartiere: "Stiamo assistendo sia da parte dell’attuale governo che dalle prossime coalizioni indiziate di guidare l’Italia – sbotta Spinoglio –, a innumerevoli dichiarazioni di intenti senza che segua qualcosa di concreto. Non hanno capito che qui piccole e grandi imprese rischiano di chiudere e non riaprire più. Siamo in ginocchio adesso non fra due anni e le risposte devono essere tempestive. Siamo stanchi delle chiacchiere che arrivano da tutte le parti". Le cartiere soffronto: "Ci sono nostri colleghi – prosegue Spinoglio – che sono chiusi da tempo, senza alcuno spiraglio di riaprire".

Già, il caro energia colpisce tutti e c’è chi fa lavorare i dipendenti nelle fasce serali perché costa meno. Le fabbriche anticipano e allungano le ferie e, in molti casi, concordano qualche altra settimana di cassa integrazione preventiva da utilizzare se alla volta di ottobre la situazione non dovesse migliorare.

Spinoglio guarda fuori dall’Italia: "In Spagna hanno ottenuto un prezzo calmierato di gas ed energia elettrica. E altri Paesi stanno facendo più di noi. Ci sono cose che fanno davvero rabbia, e non penso che dopo le elezioni cambierà qualcosa. Basterebbe che la politica prenda delle decisioni. Per esempio, noi italiani non estraiamo gas dal mediterraneo quando ce ne sarebbe tanto". E magari farlo prima che chiudano tante aziende.