Cannabis terapeutica, l'odissea di un agricoltore per la vendita

Ferrara, Claudio Mazzetti: "Non c’è una filiera, impresa impossibile vendere il raccolto"

Claudio Mazzetti, 49 anni, con il raccolto dell’ultima produzione dello scorso anno

Claudio Mazzetti, 49 anni, con il raccolto dell’ultima produzione dello scorso anno

Ferrara, 22 maggio 2022 - Nella sua terra ci sono quattro maceri e il nonno gli raccontava che la canapa allora la producevano tutti nella pianura padana. Era, in quegli anni, un po’ come le bietole e gli zuccherifici; le stalle con le mucche da latte. Una carta d’identità dell’Emilia. E anche lui, Claudio Mazzetti, 49 anni, agricoltore, ci ha provato a produrre la canapa, esclusivamente ad uso terapeutico. Grazie all’appoggio della Cia – Mazzetti fa parte del consiglio direttivo dell’associazione di categoria – nel 2020 aveva seminato 2 ettari nelle sue campagne a San Pietro in Casale, nella provincia di Bologna. "E’ una pianta speciale, ha bisogno di pochissima acqua, ci puoi produrre di tutto. Dalla carta al materiale per l’edilizia", racconta.

Lui l’aveva piantata per farci l’olio ad uso medico, boccettini che sono un po’ un integratore, un po’ un disinfettante. Era pure indicata per malattie reumatiche come l’artrite. Costano un occhio della testa in negozio quei boccettini. "Ma io sono un agricoltore, non vado in giro a piazzare la cannabis – racconta –. Manca una filiera per questo prodotto con tutti i passaggi dalla coltivazione alla vendita. Non posso essere io ad andare in giro a vendere la cannabis. Per un periodo sono stato costretto a fare i giro nei negozi, mi sono sentito un pusher. Facevo il porta a porta con olio e infiorescenze. Ma questo non è il mio mestiere. Senza leggi precise su produzione e mercato, lanciarsi in questo settore per quanto possa essere redditizio è un’impresa impossibile".

E pensare che insieme alla sua associazione di categoria, la Cia, avevano anche preparato un marchio che sarebbe stato un segno di riconoscimento a livello nazionale, un po’ come il vino doc. "Avevamo chiamato la nostra canapa ‘Canapo’ – racconta –. Ci abbiamo creduto. Io, il presidente della Cia Stefano Calderoni, il vice Massimo Piva. Mi hanno appoggiato per riuscire a realizzare questo progetto, ma gli ostacoli fino a quando non ci sono normative precise sono insormontabili". Nel 2020 la Finanza si è presentata quattro volte ai confini dei suoi campi per fare controlli. Era tutto in regola.

"Hanno capito che ero una persona serie – spiega –, un agricoltore che vuole provare una nuova coltura, anzi quella che è un’antica cultura da far rinascere. Siamo diventati anche amici. Ma ogni volta che mi muovevo dovevo avere tutti i documenti in regola, i test di laboratorio, i certificati. Il problema, anche se osservi tutte le norme, è che se per caso ti confiscano il carico perché vogliono fare altri controlli poi prima di rivederlo passano giorni. E il tuo lavoro se ne va in malora". Il primo raccolto, quello del 2020, finisce in fumo.

"L’acquirente al quale l’avevamo venduto è sparito nel nulla. Ci siamo rivolti ad un avvocato, c’è stata un’indagine. Nessuno è arrivato in fondo a quello che sembrava un sistema di scatole cinesi, aprivi e trovavi un’altra impresa e via così. Fino a quando gli inquirenti sono arrivati all’ultimo tassello, ma non c’era nessuno. La scatola era vuota".

Nel 2021 Mazzetti ci riprova, questa volta con tre ettari. "A quel punto – sottolinea – ci siamo resi conto di quanto poco fosse regolamentato il settore, in pratica dovevo essere io a vendere le infiorescenze. Una follia, che ho provato sulla mia pelle". Dice basta, con grande rimpianto. "Quest’anno mi fermo", ammette senza nascondere la delusione. Ma né lui ne la Cia sono intenzionati a mettere la parola fine al progetto.

"Nel 2023 proviamo a ripartire – annuncia –, con la produzione della carta. Ci credo ancora, è una grande opportunità. Si pensi che mentre il seminativo di un ettaro coltivato a cereali rende 2mila euro, lo stesso appezzamento con l’infiorescenza frutta tra i 15 e i 20mila euro. Non è facile, ma il prossimo anno getterò ancora i semi".