Carife, accordo sugli esuberi: oltre 300 lasceranno la banca

L’azienda ritira la minaccia del licenziamento collettivo, l’esodo sarà volontario e con cospicui incentivi

I sindacalisti Carife durante l’estenuante trattativa, la cui fase finale è durata quasi 40 ore consecutive

I sindacalisti Carife durante l’estenuante trattativa, la cui fase finale è durata quasi 40 ore consecutive

Ferrara, 31 dicembre 2016 - Dopo una ‘maratona’ di 40 ore quasi consecutive di trattativa, è stato raggiunto l’accordo per gli esuberi di Carife. Il numero dei tagli è stato ridotto (dai 400 inizialmente previsti, ad un massimo di 350), ma soprattutto i sindacati hanno ottenuto il ritiro, da parte dell’azienda, dall’applicazione quasi automatica dei licenziamenti collettivi, minacciati durante il confronto.

L’esodo dei lavoratori, di cui circa 150 attraverso lo ‘scivolo’ pensionistico, avverrà dunque su base volontaria. In tempi molto stretti, i dipendenti Carife che intenderanno lasciare la banca, dovranno manifestare la propria volontà: lo ‘scivolo’ per chi ha maggiore anzianità di servizio arriverà sino a 7 anni, per gli altri dipendenti (altri 200 circa) previsto un incentivo all’esodo sul cui ammontare i sindacati mantengono riservatezza. Ma rispetto alla proposta iniziale di 24 mensilità, si parla di un ‘bonus’ sino a 48 mesi. L’accordo, ratificato anche dalle segreterie nazionali, sarà comunque portato alla ratifica dell’assemblea nei prossimi giorni. «Un accordo sofferto ma significativo, che attenua le possibili ricadute sui lavoratori – affermano i sindacalisti –, e che ancora una volta, responsabilmente, salvaguarda la continuità della banca e, in prospettiva, anche l’intero territorio». Entro metà gennaio Bper dovrebbe manifestare formalmente l’interesse all’acquisizione di Carife.