Carife, arriva un tesoro da 600 milioni ma azioni e obbligazioni spariscono

Per i possessori di ‘subordinate’ un danno da 78 milioni di euro

Giovanni Capitanio ha smesso la giacca di commissario straordinario: ora è amministratore delegato (BusinessPress)

Giovanni Capitanio ha smesso la giacca di commissario straordinario: ora è amministratore delegato (BusinessPress)

Ferrara, 24 novembre 2015 - Nel nome, Ferrara resta bene in evidenza e operativamente nulla cambia. Ma da ieri la ‘Nuova Carife’ ha formalmente sede a Roma: così ha decretato Bankitalia, che ha anche azzerato anche i residui investimenti degli azionisti (già colpiti dal crollo del valore dei titoli), e assestato un autentico knock out ai possessori di ‘obbligazioni subordinate’. Si tratta di altri 78 milioni di euro di risparmi bruciati in un istante: il provvedimento decretato dal Consiglio dei Ministri non lasciava altro margine.

In cambio, arrivano tanti soldi per garantire non solo l’operatività ma anche il rilancio della nuova banca. Ben 600 milioni di euro, il doppio di quanto garantito inizialmente dal Fondo Interbancario: oltre a coprire le passività, questo ‘tesoretto’ garantisce alla Nuova Carife «un capitale fresco di 191 milioni di euro, l’indicatore Core Tier 1 sta al 9%, e siamo dotati a questo punto di ingente nuova liquidità». Sono le prime parole del nuovo amministratore delegato: si tratta in realtà di un volto noto, quello di Giovanni Capitanio che domenica sera ha smesso la giacca di commissario straordinario ed indossato l’abito del super manager. Domenica sera Capitanio, e l’ex commissario Antonio Blandini, hanno incontrato i sindacati, ieri ha avuto un’altra serie di riunioni, dapprima con tutti i dirigenti di corso Giovecca, poi con i rappresentanti degli azionisti, quindi con il sindaco Tagliani. A tutti ha ribadito la soddisfazione per l’operazione che ha definitivamente messo in sicurezza la Cassa di Risparmio. Poi, da appassionato di football, si è lanciato in una metafora calcistica: «In questo weekend siamo passati in un balzo dalle zone basse a quelle alte della classifica, quasi in zona Uefa...». Unici e non pochi a retrocedere, anzi ad essere cancellati dal panorama sportivo, gli azionisti ed i possessori delle obbligazioni subordinate: «E’ stato giocoforza il minore dei mali, ma a tutti loro dobbiamo essere vicini – scrive Capitanio nel primo messaggio ai dipendenti della Nuova Carife –, e far comprendere l’inevitabilità e eccezionalità di questo passaggio; non vi era alternativa se non mettere a repentaglio la sicurezza e la fiducia di tutti i depositanti, ed il ruolo chiave che la banca riveste per l’economia dei nostri territori».

Capitanio chiude con uno sprazzo motivazionale: «Questa è una luminosa mattina per la Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara». Per i 29mila azionisti, tra cui di riflesso per la stessa Fondazione Carife, e per i possessori delle obbligazioni si è trattato invece del giorno più buio nei 177 anni di storia della banca. La speranza di veder rialzare il valore del titolo (sino a ieri a 0,27 euro), o con la futura vendita della banca o con l’acquisto dei fantomatici ‘warrant’, è completamente cancellata. Ma per mantenere agganciata la clientela, negli incontri Capitanio ha annunciato politiche commerciali ad hoc, con agevolazioni mirate su chi è stato scottato in questi anni. Basterà ad arginare quella che, in molte filiali, ieri era un’autentica sollevazione? Non c’è dubbio che il provvedimento di risoluzione abbia dotato la Nuova Carife di mezzi finanziari addirittura strabilianti, che la rendono immediatamente competitiva con le migliori banche d’Italia.