Caro energia, per le imprese di Ferrara quintuplicati i costi. "Il Governo si attivi"

La denuncia delle associazioni di categoria: "Penalizzate le imprese metalmeccaniche. Servono i consorzi". Urban (Ascom): "Negozi tartassati"

Edilizia, foto generica

Edilizia, foto generica

Ferrara, 18 gennaio 2022 - È un incremento di costi che pesa sui bilanci delle aziende. Il caro bollette stringe le realtà produttive in una morsa. A pagarne le spese è l’intero sistema economico ma, in particolare, le imprese ’energivore’. Ovvero quelle che hanno, per natura dell’attività che svolgono, un maggior consumo di energia. A confermare questo trend è, tra gli altri, Confindustria. "Le bollette legate in particolare alle forniture di energia elettrica e gas – spiegano da palazzo Calcagnini – hanno subito un’impennata di prezzi senza precedenti. In particolare, a subire questo incremento, sono le fonderie e le imprese del comparto della ceramica. Per loro, le spese sono arrivate a quintuplicarsi".

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Non solo. Sui segmenti produttivi aleggia lo spettro inflattivo che porta le aziende, spesso, a un sostanziale punto morto. "O si azzerano i margini – analizzano ancora da Confindustria – oppure si cambiano i listini. Operazione quest’ultima che, in corso d’anno, è piuttosto complessa da portare avanti". A fronte di questa situazione, sono due gli auspici che formulano gli industriali: "Il primo di carattere congiunturale – dicono – che si traduce in uno stanziamento da parte del Governo che vada a calmierare i prezzi delle utenze. Il secondo ha un carattere strutturale, ossia che si inizi davvero a far ricorso ai nostri giacimenti per far fronte al fabbisogno ener getico delle imprese italiane".

Se sulla prima ipotesi l’Esecutivo guidato da Mario Draghi è al lavoro per assicurare forme di indennizzo alle imprese, il secondo fronte è sicuramente più complesso. Per questo, rebus sic stantibus, le aziende si stanno organizzando come meglio possono per razionalizzare i costi. "Anche rivedendo il loro assetto organizzativo". A confermarlo è il segretario provinciale di Confartigianato Paolo Cirelli che racconta di attività produttive che "stanno iniziando a lavorare di notte, oppure nei festivi (riconoscendo ai dipendenti i dovuti indennizzi), pur di risparmiare sui costi delle forniture energetiche".

Parzialmente si attutiscono gli effetti dell’incremento dei costi grazie ai consorzi di acquisto un prezzo fisso sulle forniture energetiche. "Come Confartigianato – spiega Cirelli – abbiamo due strutture di questo tipo: Caem e Cenpi. In questo modo le imprese sono indubbiamente più tutelate dalle variabili del mercato. Sebbene mi aspetto un’onda lunga di queste ripercussioni a partire da marzo, quando scadranno i contratti tra aziende e consorzi". Anche Cirelli, pone l’accento sul ’peso’ che i costi energetici hanno sulle attività di produzione . "Per le imprese metalmeccaniche – puntualizza – i costi dell’energia elettrica possono impattare anche per il 40%". Parlando invece di materie prime "l’incremento del prezzo del gasolio, sulle aziende di trasporti è un salasso".

Ma se è vero che il mondo produttivo soffre, anche il mondo di commercio, turismo e servizi non gode di ottima salute. Basti pensare, ad esempio, che nell’hotel Touring (guidato da Nicola Papagno), l’incremento delle utenze energetiche si attesta al 26,7%. "Quello dell’aumento dei costi energetici – conferma Davide Urban, direttore generale di Ascom – è molto preoccupante. In questo senso, sono già tante le segnalazioni che ci stanno arrivando dai nostri soci. E, credo, che di qui in avanti purtroppo aumenteranno". Anche sulle categorie del commercio è difficile fare una valutazione unitaria, nel senso che ci sono tante variabili: "Dalla grandezza e dalla quantità di vetrine illuminate per i negozi – riprende Urban – dalla tipologia di forno che utilizza un ristorante, passando per i metri quadri dei locali".

Chiaramente "l’aumento dei costi energetici si ripercuote pericolosamente sui costi di produzione dei materiali – chiude il direttore di Confcommercio –. Questo implicherebbe un innalzamento dei prezzi del prodotto finale. Cosa però che i commercianti tendono a evitare per venire incontro al consumatore. Ma, chiaramente, così facendo, si brucano i margini".

re. fe.