Caro metano, la mappa dei prezzi a Ferrara. "Serve uno scudo per chi lavora"

Da poco più di due euro fino a quattro, la gente fa il pieno con un occhio alle quotazioni di giornata

Caro metano, la mappa

Caro metano, la mappa

Ferrara, 12 ottobre 2022 - "Vendere il metano oggi è uno sport estremo, come il bungee jumping. Un salto nel vuoto". E non ha nemmeno l’elastico Alberto Curri – 30 anni di lavoro alle spalle – mentre nelle piazzole azzurre del distributore in via Ravenna passa da un veicolo all’altro, la ’spina’ in una mano, nell’altra già pronto il resto.

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"In 30 anni di lavoro – riprende – una situazione drammatica come quella che sta vivendo l’Italia io non l’ho vista mai". Perché è ormai un anno che il prezzo del metano – quello che doveva essere il combustibile del futuro – è balzato alle stelle. Alberto Curri, una decina di auto in paziente attesa, è anche fortunato. Perché la sua compagnia ha fissato il prezzo di un litro al tetto di 2,299, nel listino delle quotazioni uno dei più bassi della nostra provincia insieme a quello del distributore di Poggio Renatico (siamo a 2,199). Gli automobilisti ormai scorrono le quotazioni come broker di borsa, sanno dove si paga di più e dove si paga di meno, gli occhi ai prezzi pubblicati ormai anche su Internet. Ai display della colonnina dove le cifre girano vorticose mentre i litri vengono assorbiti dal serbatoio quasi acqua nel deserto. Sempre verso l’alto è la tendenza, come azioni sotto l’effetto del toro.

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"Vengo solo qui a fare metano – dice Gianni Cedrini, tassista, componente del consiglio del Consorzio taxisti ferraresi –. In alcuni distributori ormai costa un occhio della testa, parliamo di cifre che superano anche i quattro euro al litro". Parole amare per lui che anni fa aveva deciso per dare una mano all’ambiente e di passare così al metano. Che, ormai lo slogan della pubblicità lascia spazio solo a risate a denti stretti, una mano non la dà proprio. Anzi. Erano allora gli anni Ottanta, circolava ottimismo. Ben altra aria rispetto a questo 2022 partito con il piede sbagliato, impigliato nelle secche delle bollette, gli echi della guerra nelle orecchie nel martellare dei tg. Cedrini scorre il telefonino, legge i prezzi.

"Solo a Poggio si spende meno, il governo faccia qualcosa serve uno scudo per chi lavora", dice mostrando il display con le cifre in rosso. Anche Elisa Pecorari, dipendente dell’impresa di pulizie, la Ferrarese global service, ogni giorno percorre chilometri. Strade, accelerate e frenate che vanno a pesare nel borsellino. "Prima bastavano 20 euro per fare il pieno – scandisce – adesso ce ne vogliono 50. Una situazione difficile, lo Stato deve intervenire per aiutare persone che lavorano proprio grazie alla vendita di questo combustibile e tanti cittadini che hanno creduto ad una scelta green".

E la banconota passa di mano in mano. "Vengo qui perché ancora i conti tornano, ma se la corsa al rialzo non si ferma fare metano non sarà più conveniente", sottolinea, il grembiule e il logo cucito con i colori dell’azienda. Renato Fogli è di Migliarino, lavora come libero professionista, macina chilometri anche lui. E come i clienti in attesa di essere serviti conosce a memoria la mappa dei distributori, dove conviene comprare e magari anche quando. In questa corsa al risparmio, litro su litro. "I distributori rischiano di chiudere, anzi alcuni hanno già chiuso. Come si fa a pagare più di quattro euro al litro per fare rifornimento. Prezzi folli che cambiano dalla mattina alla sera. Nell’arco di un giorno in un distributore il costo del metano è salito di un euro secco. Ormai i posti dove conviene ancora fermarsi sono diventati mosche bianche, qui è vantaggioso". Fino a quando non lo sa nemmeno Curri che ha cominciato a fare il benzinaio a 23 anni. E che scuote la testa, nel ripetersi di quelle due parole che raccontano un dramma: "Così mai".