Ferrara, 5 giugno 2025 – La lotta è ancora impari, l’invasione non si arresta, sotto il maglio di queste temperature africane crescono, si moltiplicano. Ma forse, dopo una lotta che già dura tre anni, c’è uno spiraglio, un tenue bagliore in fondo al tunnel disseminato di granchi blu. Sono 1.100 i quintali di polpa, corazze e chele che il Copego (il Consorzio pescatori di Goro) ha esportato in tutto il mondo. Tre container sono stati inviati in Corea del Sud. Un altro sta per partire per gli Stati Uniti, il paese da dove l’alieno è arrivato, indesiderato ospite della Sacca di Goro. Ancora, 2-300 quintali finiscono nelle tavole del mercato italiano, che sta imparando a scoprire il crostaceo che si è mangiato le vongole, prima relegato nel piatto di qualche chef. Ancora. Si sta cercando di dare il via libera alla pesca dei cannolicchi che ’crescono’ nelle concessioni, un aiuto alle famiglie stremate, il mutuo da pagare, la barca solo una spesa.

Quattro giugno 2025, ieri. Palazzo della prefettura, sono le 13,45 e il sole picchia su Corso Ercole I d’Este. L’incontro è appena terminato. Lasciano la sala, ospiti del prefetto Massimo Marchesiello, il commissario nazionale per l’emergenza granchio blu, Enrico Caterino; l’assessore regionale all’Agricoltura e Pesca, Alessio Mammi; il sindaco di Goro, Maria Marika Bugnoli; i rappresentanti delle associazioni di pesca e della Capitaneria di Porto. Nei numeri il coraggio di un popolo. A sintetizzare quello che è successo in questi lunghi mesi – la miniera d’oro delle vongole estinta, i gusci rotti da un’invincibile armata di granchi come padelle – è l’assessore regionale Alessio Mammi. “La forza di volontà e la passione dei pescatori di Goro e Comacchio sono encomiabili – spiega – non si sono arresi di fronte a un’emergenza di proporzioni enormi. Anzi, hanno cercato nuove opportunità attraverso contatti con aziende di altri paesi. Stanno lavorando per dare vita a un nuovo asset commerciale. La Regione sarà sempre al loro fianco”. Una maledizione, seme di rinascita. I pescatori, mesi difficilissimi, trasformano una minaccia letale in una fonte di reddito. Ancora briciole rispetto ai milioni di euro che uscivano dal mare con le vongole, ma pur sempre soldi. “Nel 2023 e 2024 abbiamo messo 2 milioni di risorse nostre, un altro milione nel 2025, con un bando già pubblicato e in scadenza a metà luglio per le attività di recupero e smaltimento del granchio blu – prosegue –. Serve un impegno concreto del governo, i fondi annunciati dal ministero nei mesi scorsi”.
Il granchio continua a moltiplicarsi, tonnellate e tonnellate che si agitano nelle casse. Una montagna. Più degli anni scorsi. Ma forse c’è un vento nuovo, anche se solo un alito. Colpo su colpo. “Sono state tolte le quote, il tetto al quantitativo di granchio blu che veniva pescato – precisa Fausto Gianella, consigliere regionale Fd’I, presidente della cooperativa la Vela che per prima ha dato vita ad una fabbrica per la lavorazione proprio a Goro –. In questo modo viene messa in atto una cattura massiva di granchi, soprattutto di femmine cariche di milioni di uova. Sono tanti e noi tanti ne strappiamo al mare”. È una buona notizia, porta un po’ di coraggio. È nata sulle spoglie delle vongole una nuova filiera, un fiume di granchi ‘cacciato’ all’estero, container gonfi di speranza. Nella Sacca corrono i granchiolini, le uova appena schiuse.