Nuova Carife, ok al salvataggio. "Ma gli azionisti restano in ansia"

Il via libera del Consiglio dei Ministri. Maiarelli: "Bankitalia garantisca il rispetto dell’accordo sui warrant"

Il Consiglio dei Ministri presieduto da Matteo Renzi (Foto Imagoeconomica)

Il Consiglio dei Ministri presieduto da Matteo Renzi (Foto Imagoeconomica)

Ferrara, 23 novembre 2015 - «Nuova Carife»: da oggi, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, la Cassa di Risparmio di Ferrara cambia – tecnicamente – nome. E si ritrova di fatto libera da crediti deteriorati e sofferenze, di fatto in grado di essere pienamente operativa. Ma per gli azionisti ed i proprietari delle obbligazioni, il ‘salva-banche’ avallato anche dalla Commissione Europea, non fuga tutte le preoccupazioni. Il decreto approvato nella riunione lampo di ieri sera, non contiene indicazioni in merito alla salvaguardia dei piccoli risparmiatori attraverso la garanzia dei ‘warrant’, le azioni ad acquisto differito che in base all’accordo raggiunto con Bankitalia e Fondo Interbancario dovrebbero rappresentare una forma essenziale di recupero degli investimenti.

Un dubbio non da poco, che ora Bankitalia attraverso il ‘Fondo di Risoluzione’ (l’unità di crisi recentemente istituita in via Nazionale, e che di fatto sarà la virtuale ‘proprietaria’ della Nuova Carife), sarà chiamato a sciogliere. Per evitare che i 29mila azionisti della ‘vecchia’ Carife, già scottati dal crollo verticale del valore del titolo (ufficialmente apprezzato a 0,27 centesimi), fuggano a gambe levate. Ma restiamo al decreto approvato ieri: il Consiglio dei Ministri si è riunito poco dopo le 18, alle 18,33 la fumata bianca; avallata anche dalla Commissione Europea, che più o meno in contemporanea ha dato il proprio placet a questa versione del ‘salva-banche’.

Lo stanziamento complessivo per ‘Nuova Carife’, Banca Marche, CariChieti e Popolare dell’Etruria, sarà di 3 miliardi e 600 milioni di euro: molto di più di quanto previsto a carico del Fondo Interbancario (pronto a stanziare 2 miliardi, dei quali 300 milioni per Carife). Non è ancora dato sapere quanto di questa somma arriverà in corso Giovecca: lo stanziamento maggiore di capitali (2 miliardi) arriverà comunque attraverso il contributo delle 208 banche aderenti al Fondo, al resto farà fronte una linea di credito garantita da Intesa San Paolo, Ubi e UniCredit. Detto della ‘Nuova Carife’, resta da aggiungere che da ieri c’è anche la ‘Cattiva Carife’; senza alcuna connotazione negativa, si tratta della bad bank costituita – così come per Banca Marche, PopEtruria e CariChieti – per stoccare i crediti deteriorati (che per Ferrara valgono da soli 337 milioni di euro) e sofferenze. Questo cumulo di passività, assieme a quello delle altre tre banche, verrà gestito con un apposito piano di dismissione.