Ferrara, 29 ottobre 2024 – La Romantica, da domani, vivrà solo nei ricordi di tutti i ferraresi. Non è la classica storia di chi decide di abbassare la saracinesca. Anche perché quella porta, con la scritta che biondeggia sullo stipite, tornerà ad aprirsi presto. Però non si chiamerà più così. Andrea Cavallina ha deciso che, dopo cinquant’anni di lavoro, il sipario poteva abbassarsi. Le note, di quel pianoforte incastonato fra tavoli e sedie dal gusto retrò, non suoneranno più. Non c’è solo malinconia, nelle parole dell’ex titolare. “È una decisione maturata già da qualche anno”, confida al Carlino.
Resta, comunque, il fatto che se ne vada un custode della memoria ferrarese. “Mio figlio vive altrove e, dopo quattro anni con me, ha deciso di stabilirsi in Umbria. Si è fatto una famiglia e, sicuramente, dal mese prossimo lo raggiungo per qualche tempo”. Non si torna indietro, la decisione è presa. A contribuire alla scelta di far fagotto e concedersi la pensione, c’è stata “la perdita di mio fratello – prosegue il ristoratore – che qui dentro era un pilastro, ha accelerato la decisione di vendere tutto. Ma sono contento perché subentrerà un ristoratore serio e competente”.
Anche i muri, di quel locale, raccontano la storia di Andrea. La formazione all’istituto alberghiero, parallelamente la gavetta – quella vera, sana che oggi manca tanto – dietro ai fornelli di locali sparsi qua e la nella nostra provincia. Le stagioni al mare, poi il grande passo. Erano gli albori del 1984. Febbraio. In radio passava un semi-sconosciuto Eros Ramazzotti con Terra Promessa. Per Andrea e suo fratello, la terra promessa era al civico 36 di via Ripagrande.
“Quando abbiamo deciso di aprire – ripercorre ancora Cavallina con un carpiato nei ricordi ancora vividi – anche i nostri genitori ci dettero una grossa mano anche perché dall’acquisto all’avvio dei fornelli passarono solamente sette giorni”. Anche la decisione sul nome è una storia nella storia. “Da giovane facevo la settimana bianca ad Andalo – riprende – e, quando tutti gli altri locali erano già chiusi, io e la mia compagnia ci rifugiavamo nell’unico locale che rimaneva aperto fino a tardi. Si chiamava Romantica. Lo mutuai da lì”. Il ristoratore è convinto della scelta. Ci mancherebbe. Nessun rimorso, nessun rimpianto. Beh, insomma. “È comunque una parte della mia vita, sono quarant’anni che possiedo la trattoria”, ammette con un live accenno di malinconia (romantica).
“Il tesoro più grande che porterò con me – e qui la malinconia lascia spazio al trasporto emotivo di chi il ristoratore l’ha fatto alla vecchia maniera, chiamando per nome gli habitué che varcavano l’uscio – è l’affetto dei clienti storici, il calore umano delle persone. Coloro, insomma, che hanno contribuito a questa bellissima avventura”. Come in tutte le avventure, tra alti e bassi. Le montagne russe della vita e del mondo, però, non hanno mai scalfito l’affetto di ferraresi e turisti verso un locale che rappresenta un pezzo della memoria collettiva. Dentro e fuori le mura. Ora, Cavallina lascia il locale con la consapevolezza che un capitolo si chiude. Se ne apre un altro. E la Romantica continuerà a vivere nei ricordi. Deliziosi.