Ubi banca, forte interesse sul dossier Carife

E sulle Good Bank torna il piano ‘spezzatino’

Il tema delle banche tiene in ansia migliaia di risparmiatori (Businesspress)

Il tema delle banche tiene in ansia migliaia di risparmiatori (Businesspress)

Ferrara, 22 agosto 2016 - Ubi banca piomba sul dossier Carife. E questo – riporta il Sole 24 Ore – grazie al grado di affidabilità che sta dimostrando la Good Bank estense. Il dato di riferimento è il Cet1 ratio all’11,43%. Di cosa si tratta? È il maggiore indice di solidità di una banca. Quello che fa la differenza sul piatto dei grandi interessi.

Questo rapporto, espresso in percentuale, viene calcolato rapportando il capitale ordinario versato con le attività ponderate per il rischio. Tradotto: ci dice con quali risorse l’istituto oggetto di valutazione riesce a garantire i prestiti concessi ai clienti e, soprattutto, i rischi rappresentati dai crediti deteriorati. La Bce e le autorità europee hanno deciso che tale indice non può essere inferiore all’8% in tutti gli Stati, pena il commissariamento della banca.

Ad ogni paese membro dell’Ue è stato assegnato un Cet1 ratio minimo per i propri istituti e all’Italia è stato designato un 10,5% in linea generale. Si parla di linea generale poiché la Bce, tramite il meccanismo unico di vigilanza, decide di volta in volta il target di Cet1 per ogni istituto di credito. Inoltre, da ciò che trapela, per i quattro istituti nati dal salvataggio del novembre scorso di Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca Etruria, Banca Marche e la Cassa di Risparmio di Chieti si va profilando non più una cessione in blocco, ma per singola entità. Scenari nuovi, quindi, che potrebbero aprirsi già per settembre. Mese cruciale, il prossimo: sul risiko delle grandi forze bancarie.

Anche perché la verifica accelerata dei conti delle banche – mette in luce il giornale di Confindustria – sta proseguendo per tutto agosto in modo da far emergere le manifestazioni d’interesse per settembre. Si tratta di una gara contro il tempo, anche perché la fine del prossimo mese rimane la dead-line per la cessione oltre la quale scatterebbero le procedure di sanzione sugli aiuti di Stato.

Si lavora a testa bassa, insomma, sui numeri e sugli obiettivi di un salvataggio su vasta scala con ripercussioni dirette nei vari territorio interessati. Il dossier Carife potrebbe quindi essere appetibile. Inoltre è stato riaperto il data room delle quattro banche per consentire l’esame dei conti ad un gruppo di banche già ‘visto’ nella fase delle dichiarazioni d’interesse, ma che poi non avevano mosso i passaggi successivi e quindi decisivi per concretizzare le varie operazioni. Sono la Banca popolare dell’Emilia-Romagna, accostata questa volta a Banca Marche e Banca Etruria, di Popolare di Bari che avrebbe preso come target Carichieti, e soprattutto di Ubi per la Carife.