Elezione Presidente della Repubblica, chi sono i Grandi elettori ferraresi

Il primo scrutinio è fissato per il 24 gennaio ma, formalmente, non ci sono candidati. Berlusconi in pole Balboni: "Qualsiasi sarà l’esito, per il Governo sarà un Vietnam". Marattin: "Occorrono saggezza e serietà" Il Quirinale e l’incognita sulle urne

Inquadratura notturna della facciata principale del palazzo del Quirinale (archivio)

Inquadratura notturna della facciata principale del palazzo del Quirinale (archivio)

Ferrara, 16 gennaio 2022 - Tutti i ferraresi del presidente. La quota estense (di nascita o di adozione), per l’elezione del Capo dello Stato, annovera ben otto grandi elettori. Fra decani e neofiti (ovvero coloro per i quali è la prima volta in cui sono chiamati a esprimere il loro voto per la più alta carica dello Stato), i politici ferraresi stanno serrando i ranghi. Formalmente, non esiste ancora una candidatura E, il primo scrutinio, è stato fissato per il 24 gennaio.

La coalizione di centrodestra converge sul nome di Silvio Berlusconi. Il quale, da navigato uomo di Palazzo, si è preso una settimana prima di sciogliere la riserva. "Probabilmente perché è la prima elezione del Presidente della Repubblica, da almeno 25 anni, che avrà un fortissimo riverbero sugli equilibri del Governo", riflette il senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni .

Per lui l’elezione del successore di Mattarella sarà la terza da grande elettore. "Partecipai nel ’99 all’elezione di Ciampi – ricorda Balboni – e poi a quella di Napolitano". Chiaramente, puntualizza con forza, "la mia preferenza non andò a lui". Lo scenario che tratteggia il canuto senatore di FdI è quello di un annunciato Vietnam per l’Esecutivo. Qualsiasi sarà il risultato. "Se venisse eletto Draghi – spiega – si andrebbe con ogni probabilità a elezioni anticipate, anche perché nessuno avrebbe la capacità di tenere assieme una maggioranza così disomogenea". E se dovesse essere eletto il Cav? "Figuriamoci, scoppierebbe la bomba atomica nel Governo". Metafora esagerata? Forse no.

Per Emanuele Cestari incoronare il fondatore di Forza Italia sarebbe possibile solamente "dal quarto scrutinio in poi". A meno che "un pezzo di Pd o il Movimento 5 Stelle in blocco – azzarda – votassero compatti Berlusconi negli scrutini precedenti". Ipotesi, quella sui pentastellati, tramontata sul nascere.

Quantomeno stando alle dichiarazioni di Vittorio Ferraresi (ferrarese d’adozione) che ricalca la linea espressa dall’ex premier Conte. "La proposta di Berlusconi – spiega – non avrebbe neanche dovuto essere avanzata, quantomeno per rispetto ai principi contenuti nella Costituzione di cui il Presidente è il garante". Sui nomi è abbottonatissimo e preferisce tracciare l’identikit del candidato ideale. "Spero si possa individuare una personalità di alto profilo – tratteggia il grillino – sia da un punto di vista della competenza, sia da un punto di vista dell’etica".

Un identikit che, a detta della deputata leghista Maura Tomasi corrisponde al nome di Berlusconi. "E’ un candidato che ha tutte le carte in regole per affrontare una sfida di questa portata – così Tomasi – e, attualmente, non vedo grosse alternative. È una votazione che impone a tutti i grandi elettori un profondo senso di responsabilità".

Vittorio Sgarbi, in questa partita, sta giocando il ruolo del ’centralinista’. Contatta uno a uno i ’peones’ del gruppo misto e cerca una convergenza sul nome del Cav. Per sua stessa ammissione, comunque, ha detto che "non sarà facile".

Dario Franceschini , il Richelieu della politica italiana, sta tessendo la sua tela, senza mai esposporsi. Un modus operandi consolidato che gli ha permesso di cavalcare sempre le maree giuste.  

Anche Italia Viva ha sbarrato la strada al leader di Forza Italia. "Saremo chiamati a una delle scelte più importanti che un parlamento - che non è uno dei migliori della storia repubblicana - ha dovuto prendere in tutta la storia Repubblicana – spiega l’esponente renziano Luigi Marttin – . Che ci assista equilibrio, saggezza e consapevolezza del momento che vive l’Italia, tra un Pnrr che sta iniziando e una pandemia che sta finendo".

Dal canto suo, la senatrice Pd Paola Boldrini ammette: "Il centrodestra, avanzando con la candidatura di Berlusconi ha rotto il dialogo, che va invece ripreso nel rispetto dell’attuale coalizione che sostiene il Governo, dove non c’è maggioranza. Serve una persona con un profilo istituzionale elevato, garante della Costituzione. Occorre inoltre un impegno per un patto che consenta di arrivare a fine legislatura, per permettere all’Esecutivo di continuare a dare risposte ai problemi sociali ed economici derivanti dalla pandemia e per completare gli impegni presi con il Pnrr".