Il sindaco Tagliani: "Oggi il Gad è quartiere criminale"

L'intervista al primo cittadino: "Difendo Sapigni, tre anni fa erano percezioni. Polizia, troppi cambi al vertice"

Il capo cronista Cristiano Bendin intervista il sindaco Tiziano Tagliani

Il capo cronista Cristiano Bendin intervista il sindaco Tiziano Tagliani

Ferrara, 5 luglio 2016 - In zona Gad sta arrivando una risposta all’emergenza sicurezza. Non trova che, per troppo tempo, il problema sia stato sottovalutato?

«Non è così – risponde il sindaco Tiziano Tagliani, intervistato da Cristiano Bendin del Carlino alla Festa dell’Unità –. Dallo scorso autunno, il tema della sicurezza in Gad ha cambiato connotati perché è strutturalmente cambiata la composizione di chi disturba la comunità. Fino al 2015, il problema era legato al mancato rispetto delle regole della pacifica convivenza e del decoro da parte di comunità nord africane, perlopiù magrebini, qualche nigeriano, pochi camerunensi. Oggi ci sono gruppi che stanno reclutando adepti per creare bande che controllano il territorio. Ecco perché è cambiato l’atteggiamento di maggioranza e forze dell’ordine, nella limitatezza delle risorse a loro disposizione».

Dopo manifestazioni e una massiccia campagna stampa, ribadisco, anche il vostro atteggiamento è cambiato...

«Ma non è vero che ci siamo svegliati adesso! Mi ricordo che già nel 2011 chiesi per iscritto all’allora ministro dell’Interno Cancellieri più forze dell’ordine e cinque anni fa non c’erano né la Lega né i problemi di oggi. Nel 2013 abbiamo spostato in IV Novembre il comando della polizia municipale. Chi dice vi siete svegliati ora dice una bugia. Il punto è che in questi ultimi cinque o sei mesi è cambiata strutturalmente la composizione della criminalità in quell’area. Da problema di decoro e convivenza siamo passati ad un problema reale di ordine pubblico. Però mi lasci dire una cosa».

Prego, dica pure...

«Strumentalizzare la situazione in Gad solo per capitalizzare voti non fa bene a nessuno. La cosa giusta è lavorare con i comitati cittadini. Anni fa era anche nato un comitato dei comitati, che poi venne meno perché gli stessi si divisero sul da farsi. Oggi il conflitto fra le due componenti nigeriani, quella cristiana e quella musulmana, la dice lunga su come sia cambiata la situazione».

Nessuna autocritica?

«Questa trasformazione della situazione, nella zona che va da via Belvedere a parcheggio Nazario Sauro e attorno al Grattacielo, ha la propria radice in quei fenomeni che dicevo prima. Abbiamo fatto molte cose, e le ho elencate, ma forse non è stato sufficiente. Sarebbe servita un’azione di penetrazione sul quartiere ancora più robusta, non limitata a gruppi di cittadini, vedi le varie lodevoli iniziative delle contrade o di altri. Avremmo dovuto coinvolgere maggiormente gli immigrati della zona quando non c’era ancora l’attuale strutturazione della criminalità, lavorando alla prevenzione e portandoli dalla nostra parte come alleati, sottraendoli alla manovalanza dello spaccio».

Non siamo più in presenza di ‘percezioni soggettive’?

«Ripeto che cinque anni fa quello che c’è oggi non c’era, non c’erano preoccupazioni di carattere criminale. Quando l’assessore Sapigni parlò di ‘percezioni soggettive’ non volle alludere alle allucinazioni di qualcuno bensì dire che c’era una percezione di insicurezza alla quale non corrispondeva una reale situazione criminale, come tra l’altro dicevano i dati della questura. Quella frase va collocata nel contesto di allora, quando in Gad c’era un problema di disagio sociale. Non a caso organizzammo attività di mediazione per alleviare quel disagio. Oggi ci sono scontri fra bande».

C’è poi l’aspetto del contrasto che va perseguito.

«Vero ma anche qui, mi lasci dire: quanti questori abbiamo cambiato in questi cinque anni? Ognuno aveva la sua visione e portava avanti una sua strategia. E’ possibile che la polizia cambi il suo vertice ogni due anni e quando non la cambia la polizia cambia il comando dei carabinieri? Come fa una città ad organizzare una risposta efficace se ogni anno cambiano i vertici delle forze dell’ordine o la prefettura?».

Oggi si sente di affermare che il Gad è un quartiere criminale?

«Oggi, alla luce dei nuovi scenari, dico che il quartiere Giardino è un quartiere criminale. E a maggior ragione, oggi la risposta delle forze dell’ordine dev’essere diversa, coordinata, operativa: investigazioni, intelligence, caccia al pesce grosso. E’ inutile arrestare il negretto che spaccia una dose alla volta! Bisogna identificare chi c’è dietro questo giro, questa guerra fra bande. E poi bisogna rompere le scatole a questa gente, usare i cani antidroga, va interrotto il mercato della droga».

Ne ha parlato con prefetto e questore?

«Certo, lo dico a tutti i comitati per la sicurezza e nelle ultime settimane c’era stata la consapevolezza che il fenomeno è cambiato. Io questo ce l’ho chiaro e mi sto attivando. Gli altri? Solo chiacchiere. Forza Italia, ad esempio, aprì una sede al Grattacielo e la chiuse il giorno dopo le elezioni».