Omicidio Cinzia Fusi a Copparo, niente perizia per il killer

Via al processo per omicidio, la Corte d’Assise boccia la richiesta di valutazione psichiatrica sull’ex compagno

Saverio Cervellati viene accompagnato in aula dagli agenti della polizia penitenziaria

Saverio Cervellati viene accompagnato in aula dagli agenti della polizia penitenziaria

Ferrara, 6 ottobre 2020 - "Ho ucciso mia moglie". Con queste parole Saverio Cervellati, il 53enne a processo per aver ucciso la compagna 34enne Cinzia Fusi, ha confessato ai carabinieri ciò che aveva appena fatto nel garage del suo negozio di casalinghi di via Primicello, a Copparo.

Era il 24 agosto del 2019, un sabato mattina. I tragici momenti di quella giornata di fine estate sono stati ripercorsi ieri mattina in aula, durante la prima udienza del processo in corte d’Assise per l’omicidio della giovane di Cologna. Cinzia fu massacrata a colpi di mattarello al culmine di una lite scoppiata poco prima di partire per una gita al mare.

A ricostruire i dettagli dell’accaduto e delle successive indagini sono stati i primi testi di polizia giudiziaria, tutti carabinieri in servizio alla compagnia di Copparo e al Nucleo investigativo.

Il primo a essere ascoltato, in un’aula con le presenza ridotte all’osso a causa delle restrizioni legate alla normativa Covid, è stato Antonino Cucchiara, il militare che per primo è entrato nel garage dell’orrore. Il 24 agosto dell’anno scorso stava effettuando un posto di controllo insieme a un collega proprio in via Primicello, a poche decine di metri dal luogo del delitto.

Ai giudici ha riferito di essere stato avvicinato da Cervellati e di essersi subito recato nel garage del negozio per verificare quanto l’uomo aveva appena dichiarato. Il carabiniere ha spiegato di avere visto Cinzia riversa a terra con un fazzoletto in bocca e di fianco alcuni sacchetti dell’immondizia gialli e un paio di guanti di lattice.

Ha inoltre affermato di avere capito che la 34enne non era morta perché "muoveva le testa". Un segno di vita documentato anche da una fotografia scattata dallo stesso militare con una particolare applicazione dello smartphone che permette di realizzare un mini-video prima di cristallizzare l’immagine immortalata.

L’esame di Cucchiara si è poi concentrato sulle foto ‘catturate’ sul luogo del delitto, con particolare attenzione alla posizione dei vari oggetti. Subito dopo è toccato al tenente Domenico Marletta e al maggiore Giorgio Feola, rispettivamente comandante del Nucleo operativo e radiomobile di Copparo ed ex comandante della compagnia.

I due ufficiali hanno ripercorso le tappe d’indagine successive alla scoperta del delitto, dal sopralluogo sulla scena del crimine all’acquisizione dei tabulati telefonici e delle immagini delle telecamere, con le relative operazioni di confronto del dato tecnico con quanto riferito da Cervellati nel suo lungo interrogatorio davanti a Feola e al sostituto procuratore Fabrizio Valloni.

Il tenente Marletta si è inoltre soffermato sulle circa quaranta testimonianze acquisite per ricostruire il rapporto tra Cinzia e il suo aguzzino, su alcuni sms che la ragazza aveva inviato a persone che non facevano parte della sua cerchia più stretta di amici e familiari e sugli accertamenti bancari effettuati per verificare la natura di alcune transazioni. L’udienza è stata quindi aggiornata a lunedì prossimo per ascoltare altri testimoni.