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“È eccitante quando si arrabbia”: parole sessiste in consiglio comunale a Ferrara. M5S interroga Roccella

Le frasi che il consigliere della Civica Fabbri, Rendine, ha rivolto alla collega pentastellata Marchi hanno fatto molto discutere. La deputata Ascari: “Episodio vergognoso, la ministra intervenga”. Presentata una mozione per l'adozione di un linguaggio istituzionale rispettoso

I consiglieri comunali di Ferrara Francesco Rendine (lista civica Fabbri) e Marzia Marchi (M5s)

I consiglieri comunali di Ferrara Francesco Rendine (lista civica Fabbri) e Marzia Marchi (M5s)

Ferrara, 24 gennaio 2025 – Il 2 dicembre 2024 durante una seduta del Consiglio comunale di Ferrara, Francesco Rendine, consigliere del Gruppo Civica Fabbri, aveva detto che la consigliera Marzia Marchi (M5s) "è particolarmente eccitante quando si arrabbia". L'affermazione non era passata inosservata e aveva fatto molto discutere.

Nei giorni seguenti, pur essendosi detto Rendine "costernato", Marchi e altri consiglieri dell'opposizione avevano presentato una mozione per poter discutere del "linguaggio inappropriato e discriminatorio" utilizzato in alcune occasioni nell'aula municipale.

Il Movimento 5 Stelle interroga la ministra Roccella

Sull'episodio è tornata Stefania Ascari, deputata M5s e membro della commissione sul Femminicidio, che ha presentato un'interrogazione alla ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella: "Un episodio vergognoso, purtroppo non isolato, che rende evidente il persistere di atteggiamenti discriminatori e sessisti persino all'interno delle sedi istituzionali, luoghi che dovrebbero essere esempio di rispetto e civiltà".

Ascari ha poi aggiunto: "A seguito dell'accaduto, la consigliera Marchi, insieme a tutta l'opposizione in Consiglio comunale, ha presentato e fatto approvare una mozione per impegnare il Consiglio all'adozione di un linguaggio istituzionale rispettoso e privo di discriminazioni evitando espressioni che possano ledere la dignità delle persone, in particolar modo delle donne. Allo stesso modo chiedo alla ministra Roccella quali iniziative intenda promuovere per favorire l'uso di un linguaggio non discriminatorio e non sessista nelle sedi istituzionali e nei consessi pubblici, anche attraverso campagne di sensibilizzazione e formazione. Le parole – conclude – non sono mai ‘solo parole’, ma un riflesso della cultura in cui viviamo e, se usate male, possono contribuire a perpetuare stereotipi e disuguaglianze. In un momento storico in cui è urgente contrastare la violenza di genere in tutte le sue forme, episodi come questo non possono essere sottovalutati".