Stefano Bonaccini: "Più attenzione su Ferrara"

"Penso ad un piano con Ateneo e istituzioni". Il presidente della Regione annuncia dimezzamento Irap per le aziende del basso ferrarese, Cispadana e rilancio del Patto per il lavoro

Stefano Bonaccini, vincitore delle elezioni regionali, ha battuto la leghista Borgonzoni

Stefano Bonaccini, vincitore delle elezioni regionali, ha battuto la leghista Borgonzoni

Ferrara, 2 febbraio 2020 - Presidente Bonaccini, la maggioranza dei ferraresi, in occasione della recente consultazione regionale, si è espressa per la Lega e il centrodestra: come interpreta - da vincitore - questa indicazione politica? "Come un segnale chiaro a dover fare ancora di più e meglio. Anche se nella città di Ferrara, dove solo pochi mesi fa il centrodestra aveva vinto bene alle comunali, io e la Borgonzoni abbiamo chiuso praticamente alla pari e la destra ha azzerato in pochi mesi il suo margine di vantaggio. Forse qualche domanda su quello che sta accadendo dovrebbero porselo anche loro. Però, ripeto, non sono tanto i numeri a contare, quanto l’impegno che vogliamo metterci nel continuare ad avvicinare la Regione alle comunità, a partire dalle aree in maggior sofferenza, dentro e fuori le città". Sono state proprio le aree in maggiore sofferenza, infatti, a premiare la Lega... "Per questo vogliamo ascoltare e dare risposte: per questo, faccio un esempio, già nei prossimi giorni tornerò a Goro, perché la campagna elettorale è passata e dobbiamo affrontare le questioni concrete. Nel ferrarese, problemi come lavoro, infrastrutture, servizi vanno aggrediti con ancora più incisività, a me il voto dice questo". Quali risposte si può attendere la provincia di Ferrara dalla Regione? "Ferrara rappresenta una ricchezza per l’Emilia-Romagna e rientra in tutti i nostri processi decisionali. Con il nuovo Patto per il Lavoro che proporrò alle parti sociali metteremo al centro due temi: il lavoro buono, meno precario, più sicuro e meglio pagato da una parte; la tutela dell’ambiente e la conversione ecologica dall’altra. Il rilancio dell’economia ferrarese passa da questi obiettivi ancor più del resto della regione e a Ferrara dovremo dedicare un’attenzione tutta particolare. Penso al settore agricolo, al manifatturiero e al petrolchimico". Qualcosa di più concreto? "Noi siamo pronti a sostenere un progetto organico e specifico per questa provincia insieme alle istituzioni locali, all’Ateneo e alle rappresentanze economiche. Un disegno specifico significa anche riconoscere la peculiarità di alcune porzioni del territorio, come abbiamo fatto solo due mesi fa prevedendo il dimezzamento dell’Irap per tutte le imprese piccole e medie, imprese, fino ad azzerarla per li artigiani e i commercianti dei comuni del basso ferrarese: attività economiche che nei prossimi mesi si vedranno rimborsati milioni di euro. Vogliamo poi che alcune difficoltà diventino opportunità attraverso maggiori investimenti. E visto che agricoltura, turismo e cultura saranno tra le leve essenziali di questo progetto, Ferrara non potrà che beneficiare di queste priorità. A bocce ferme, e soprattutto ad urne chiuse, che riflessione si sente di fare sul cosiddetto ‘caso Jolanda’? "Il fatto che si sia votato, e che abbia vinto, per me non cambia le cose: non esisteva nessun caso Jolanda prima e non esiste ora. E avremo modo di chiarirlo bene nelle sedi competenti se e quando saremo chiamati a farlo. Voglio invece ricordare l’impegno della Regione verso Jolanda di Savoia in questi anni, visto che abbiamo aiutato il Comune nel trovare soluzioni rispetto alla sua difficile gestione amministrativa, come ha riconosciuto dalla Corte dei Conti. Con la programmazione dei fondi europei abbiamo invece sostenuto cittadini e imprese". E sulle accuse che le sono state rivolte? "Due cose non posso accettare: che venga messa in discussione la mia onorabilità e che si faccia passare l’idea che una comunità possa essere danneggiata per fini personali o politici, quando ho sempre fatto esattamente il contrario, mettendo davanti le istituzioni, che rappresentiamo protempore". Infrastrutture: quali priorità in programma? "Già nelle prossime settimane arriveranno a compimento alcune opere cruciali: penso in particolare al People Mover di Bologna, il collegamento su rotaia sopraelevata Stazione-Aeroporto. Nei prossimi cinque anni, poi, vedremo finalmente realizzare infrastrutture ferme da troppo tempo, avviando o addirittura completando investimenti per circa 5 miliardi di euro". Quali infrastrutture, in particolare, per la nostra provincia? "Nel ferrarese la Cispadana, l’autostrada regionale che collegherà l’A22 Autobrennero con l’A13 Bologna-Padova tra i caselli di Reggiolo (Reggio) e Ferrara Sud, dopo aver attraversato i territori di 13 comuni della Bassa pianura nelle province di Reggio, Modena e Ferrara. Per il completamento dei lavori serviranno quattro anni, con l’entrata in esercizio prevista entro la fine del 2024. Aggiungo l’Idrovia ferrarese, che vogliamo rendere interamente navigabile, con investimenti possibili fino a 70 milioni di euro, compresi interventi già avviati per 10 milioni. E poi la Variante di Argenta". Ci può fornire qualche dettaglio su questa variante? "E’ in corso di stesura il progetto esecutivo e si prevede l’appalto nel 2021, per un costo di circa 100 milioni di euro. Aumenterà la competitività territoriale, inserendosi in un quadro di interventi sulla Statale 16 per collegare Argenta, Conselice, Alfonsine e Ravenna: una grande opportunità per lo sviluppo di un’area vasta. Infrastrutture fondamentali anche sotto l’aspetto ambientale e della sicurezza, sgravando i centri urbani dal traffico, soprattutto quello pesante. Con la Cispadana 11mila camion in meno nei centri abitati, il 4% in meno di polveri sottili e 13% di monossido di azoto. La Variante di Argenta eviterà il passaggio di oltre 10mila veicoli al giorno nel centro del paese, 14mila in estate".