Ferrara, 12 dicembre 2013 - ERA STATO accusato di pedofilia da parte del padre del bimbo che sarebbe stato oggetto delle sue particolari ‘attenzioni’. Una storia iniziata diversi mesi fa che vede come protagonisti un 35enne straniero (il genitore del piccolo) e un sacerdote ferrarese e che potrebbe ora essere vicina ad una svolta: la procura ha infatti terminato le indagini preliminari. E’ di una decina di giorni fa infatti, a firma del pubblico ministero Ciro Alberto Savino, la notifica della chiusura delle indagini. In attesa che il pm sciolga la riserva e decida se chiedere il rinvio a giudizio o meno, il difensore del religioso, l’avvocato Claudio Maruzzi, annuncia di essere al lavoro su «una memoria difensiva». I termini in cui presentare nuova documentazione sono di venti giorni, dopodiché il pubblico ministero procederà con le sue richieste.

Tutto era cominciato nel 2010, con l’arrivo in città della famiglia di stranieri. Il sacerdote li aveva conosciuti e aveva deciso di ospitarli a casa sua, offrendo loro vitto e sostentamento. Col tempo il loro rapporto però ha iniziato ad incrinarsi fino ad arrivare alle denunce. Lo straniero, difeso dall’avvocato Pietro Madonia, ha accusato il prete di pedofilia e truffa (secondo l’immigrato gli avrebbe sottratto circa 43mila euro).

MA A RIVOLGERSI alla giustizia è stato anche il sacerdote, che, respingendo le accuse, ha sporto denuncia per estorsione e stalking. Il religioso ha infatti riferito di aver ricevuto pesanti pressioni da parte dell’immigrato («Mi ha detto: ‘se non mi intesti la casa ti rovino e dico a tutti che sei un pedofilo’» aveva raccontato il prelato in questura). I due, per tutto questo tempo, hanno continuato a vivere nella stessa casa, con tutte le conseguenze del caso. Sugli ultimi sviluppi è voluto intervenire anche il legale del sacerdote. «Il mio assistito — ha spiegato — è vittima di una penosa odissea che lo costringe a vivere un incubo perenne per opera di chi ha abusato della sua generosità. A distanza di un anno e mezzo — prosegue — il tribunale civile gli ha dato finalmente ragione, sancendo l’occupazione abusiva dell’appartamento di proprietà del mio assistito da parte della famiglia extracomunitaria, con ordine di rilascio dell’immobile, del tutto inascoltato. La verità di questa allucinante vicenda verrà a galla anche in sede penale».

Federico Malavasi