Teatro Comunale di Ferrara: Metz Yeghern, il genocidio degli armeni

Dalle 21 visibile qui il dialogo tra la scrittrice Antonia Arslan, il saggista Vittorio Robiati Bendaud, con la musica di Claudio Fanton. Introduzione di Moni Ovadia

Moni Ovadia, Antonia Arslan, Vittorio Bendaud, Claudio Fanton

Moni Ovadia, Antonia Arslan, Vittorio Bendaud, Claudio Fanton

Ferrara, 24 aprile 2021 - Nella giornata che commemora le vittime del genocidio armeno, sabato 24 aprile, il Resto del Carlino, in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, propone alle 21 ‘Metz Yeghern. Il genocidio degli armeni tra memoria, negazioni e silenzi’, un percorso nella Storia lungo cent’anni, che dalla Prima guerra mondiale giunge fino ai giorni attuali.

Sarà un dialogo sul primo genocidio del Novecento che è al contempo, come emergerà durante l’incontro, ha comportato anche la prima forma di negazionismo del genocidio stesso. Ospite al Teatro di Ferrara è la scrittrice di origine armena Antonia Arslan, autrice del romanzo ‘La masseria delle allodole’, vincitore Premio Campiello, tradotto in ventitré lingue e portato sullo schermo nel 2007 dai fratelli Taviani. Con lei sul palco del Teatro ‘Claudio Abbado’ anche una voce ebraica, quella del saggista Vittorio Robiati Bendaud. A introdurli il direttore della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Moni Ovadia, con l’accompagnamento musicale di Claudio Fanton al duduk, strumento della tradizione armena. 

“Negli ultimi dieci anni è stata approfondita la ricerca delle connessioni profonde tra il primo e il secondo grande genocidio del nostro tempo - racconta Antonia Arslan - La programmazione del genocidio armeno, non a caso, avvenne con la supervisione e la tacita approvazione dell’establishment tedesco”. L’appuntamento, come sottolinea Moni Ovadia, si inserisce all’interno di un progetto più ampio legato alla memoria collettiva. “Stiamo lavorando a un percorso che restituisca dignità, giustizia e vicinanza a tutti coloro i quali sono stati vittime di genocidi, di soprusi e di efferatezze - spiega il direttore del Teatro di Ferrara -. La Memoria deve diventare patrimonio collettivo dell’umanità tutta, il Teatro può farsi portatore di pace e giustizia”.

Sul palco del Teatro Comunale di Ferrara, ancora chiuso al pubblico,assieme ad Antonia Arslan ci sarà Vittorio Bendaud, saggista e coordinatore del Tribunale rabbinico del Centro Nord Italia. “Oltre al dovere della Memoria, occorre ancora oggi comprendere l’origine di strategie perverse e di politiche assassine, che sono ancora in atto e che hanno nuovamente come bersaglio gli armeni e non solo” spiega Vittorio Bendaud, che proprio sulla questione armena sottolinea: “Non è un fatto del passato, ma un problema più che contemporaneo”.