Amici e Pianegonda, che salvezza per gli ex "A Cremona è stato un finale in crescendo"

La Juvi ha smentito molti pronostici ma l’ala pesarese non dimentica Ferrara: "E’ stata una grande amarezza".

Nella salvezza matematica della Juvi Cremona con una giornata di anticipo c’è lo zampino di Alessandro Amici, arrivato in Lombardia a inizio marzo pochi giorni dopo la dipartita del Kleb e divenuto col passare delle settimane pedina fondamentale nello scacchiere di coach Moretti. Per la neopromossa Juvi una salvezza in A2 sofferta ma meritata, alla quale ha contribuito pure l’ex biancazzurro Tommy Pianegonda. Per Amici un finale da protagonista nelle ultime quattro vittorie consecutive che hanno portato i giallorossi all’obiettivo.

Alessandro, che esperienza è stata?

"Abbiamo finito in crescendo, non era facile ma alla fine siamo riusciti a dimostrare che così scarsi non eravamo. Personalmente mi ero dato un mesetto per ambientarmi, ho avuto diversi problemi fisici ma poi sono stato meglio".

Che società è la Juvi?

"Solida, alle spalle ha persone che ci tengono molto. Per loro era il primo anno in una realtà nuova come l’A2, credo abbiano il potenziale per fare bene in futuro".

Il suo rapporto con la tifoseria?

"Devo dire molto buono, ho instaurato un rapporto importante con il loro gruppo di tifosi organizzati, ci sono sempre stati vicini. Poi ovvio che quando si vince viene più gente al palazzetto, come normale che sia". Torniamo un attimo a Ferrara…

"Beh, per me è stata una grande sofferenza. Ci ho messo tanto tempo per mettermi alle spalle quello che è successo, a Cremona sono stato benissimo ma avevo sempre quella sensazione negativa che mi rimaneva dentro. E sentendo i miei ex compagni, non sono stato l’unico a viverla in questo modo".

Pensa che il Kleb si sarebbe salvato?

"Secondo me avremmo addirittura potuto fare i playoff".

Che cosa si porterà dietro di quei mesi?

"A inizio anno ci davano per spacciati, invece abbiamo toccato anche il quinto posto. La squadra è rimasta compatta anche nei momenti più duri, in una stagione non sempre va tutto bene, ma affrontare le difficoltà assieme a persone di quello spessore umano rendeva tutto più facile".

Cosa si auspica per il futuro del basket a Ferrara?

"Che possa tornare a competere in un campionato di livello, è una piazza che merita almeno l’A2. So che non sarà facile ripartire da capo, ma spero che Ferrara possa trovare chi la farà risorgere".

Jacopo Cavallini