Aspettando Tacopina Programmi e ripartenza da definire al più presto

Prima si rimette in moto la macchina e meglio è per dimenticare il passato. Città e provincia hanno voglia di ritrovare riscatto e dignità sul campo. E anche dal punto di vista economico tante ragioni spingono verso la ripresa.

C’è un silenzio che assorda, intorno alla Spal, in questo principio di giugno. Sull’asse New York-Ferrara tutto tace, e neanche dal Municipio, con cui Joe Tacopina tiene i contatti riferendo al sindaco Alan Fabbri, filtrano notizie, neppure davanti a esplicite richieste. Si viaggia quindi per ipotesi, ancora, e non è bello osservare altre rivali a loro volta retrocesse che già stanno costruendo il futuro dotandosi di direttore sportivo e allenatore. È vero, il mercato è ampio e ancora lontano, ma chi si porta avanti è già a metà dell’opera: e anche se Tacopina sta senz’altro tessendo la sua tela tra le quinte, quel che al momento risulta al pubblico è un assoluto immobilismo che a nulla giova. Tacopina aveva chiesto tre settimane a fine stagione per mettere a punto budget e programmi sentendo anche i suoi partners. Ne sono passate già due ed è auspicabile che l’avvocato di Brooklyn nel prossimo weekend metta le carte sul tavolo, nella speranza che siano tarocchi forieri di riscatto. Sì, perché sull’iscrizione della Spal al campionato di C vertono pochi dubbi.

Joe negli States è professionista di grido che non può permettersi nemmeno oltre oceano una bancarotta che farebbe rumore, a meno di macchiare la sua reputazione. E al di là di questo, a livello puramente finanziario, mollare la Spal significherebbe lasciar svincolare i calciatori, quindi non incassare i milioncini che il Prati così bravo nei mondiali under 20 di Argentina certamente porterà in cassa, né aver diritto alle rate per l’uscita di Esposito (e di Seck, se fossero triennali come nel caso dell’ex capitano), e rinunciare ai due milioni scarsi di paracadute. Al di là di ragionamenti "romantici" riguardanti reputazione e orgoglio, a suggerire l’iscrizione alla C sono in primis questi aspetti economici. E dal momento che si è capito che si farà, sarebbe bene entrare nel vivo e spiegarlo alla città illustrando programmi che si sperano rivolti a una pronta risalita. Ad allungare i tempi c’è facilmente di mezzo anche il rapporto con la curva, auspicabilmente da ricucire. I fattacci di Brescia raccontano come i fumogeni e il coretto di Ferrara, per quanto sgraditi, siano stati una appendice spiacevole, ma non così incivile. Ferrara, la Spal e i suoi tifosi non sono così, e se Tacopina è risentito per la protesta di 3-400 persone, ce ne sono altre trecentocinquantamila in provincia che attendono solo di ripartire per trovare riscatto e dignità sul campo, e non hanno fatto nulla per meritare eventuali "punizioni" sotto forma di ulteriori settimane di ansia.

Delle due, se proprio si deve, è più sensato costringere i calciatori corresponsabili della caduta a continuare a "lavorare" al Centro Gibi Fabbri. Ma anche qui sarebbe meglio iniziare a soprassedere, per cancellare definitivamente anche le ultime scorie di una stagione tutta da dimenticare. Bisogna chiudere quel libro e ripartire, caro Joe: prima si rimette in moto la macchina è meglio è, per tutti. Il campo toglie e il campo dà, ed è lì che Ferrara attende le repliche di Tacopina.

Se gli serve ancora una settimana per la messa a punto del budget, va bene. Poi avanti, verso il sol dell’avvenire, del quale un ottimista per eccellenza come Joe non può aver paura. E della felicità del quale deve iniziare a gettare i presupposti oggi, per non dover rimpiangere a fine anno il tempo perduto.

Mauro Malaguti

Continua a leggere tutte le notizie di sport su