Berisha: "Il rigore? Avevo studiato Denis"

Spal, un’altra prova superlativa per il portiere: "Io e Demba abbiamo la fortuna di lavorare con un preparatore bravo come Scalabrelli"

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di Mauro Malaguti

E’ un tramonto rosso fuoco, quello che avvolge lo Stretto e le colline che si scorgono dietro le gradinate del vecchio “Oreste Granillo”. In uno scenario naturale stupendo e in uno stadio che fa molto Spal, i biancazzurri si abbracciano e festeggiano i primi tre punti formato trasferta. Di sicuro, alla Reggina come alla Spal che hanno tifoserie calorose manca il boato dei diecimila-e-passa: Toscano e Marino sono tra quelli che più pagano tributo alla ferma da Covid.

Fossero dipinti di biancazzurro gli spalti, sembrerebbe quasi di essere nel vecchio ‘Mazza’: tribune attaccate al campo, una via che parte dietro la curva e in un quarto d’ora porta dritta dritta al centro della città in stile via Garibaldi che qui prende il nome da Giacomo Matteotti, c’è persino la stazione (senza Gad…) lungo il percorso. Avesse potuto giungere fin qui, un tifoso ferrarese si sarebbe sentito quasi a casa. Poi il lungomare stravolge la sensazione, ma dal Granillo quello rimane nascosto e non si vede, così come l’Etna e la costa siciliana.

Primaverile e ventosa come la pianura padana non è mai, Reggio Calabria ha fatto sentire a casa propria soprattutto Etrit Berisha. Il portiere della Spal ha parato il parabile. Non troppe situazioni, ma complicate: punizione di Bellomo attanagliata in tuffo incredibile, che qualsiasi altro portiere avrebbe respinto per cavare la palla dal sette; intervento in due tempi su Folorunsho; rigore parato a Denis; intervento in distensione su Crisetig nel finale. La spariamo? Per ritrovare nella Spal un numero 1 di questo livello forse si deve tornare ai tempi dei Bugatti, e neppure il magnifico Meret ha inciso sui risultati della squadra tanto quanto il guardiano della nazionale albanese sta facendo da più di un anno a questa parte.

Etrit è un ragazzo modesto, non la spara mai grossa: "Il rigore di Denis? Lo avevo studiato, come studio sempre i rigoristi avversari. Presentava dei problemi perché è uno che cambia spesso angolo, non calcia alla stessa maniera. Ma mi sentivo bene e concentrato, e ora sono davvero felice".

Due tiri dal dischetto parati da Berisha in serie B, due da Demba in Coppa Italia: è stato un raid calabrese rigoroso….

"Anche Demba è un bravo portiere, e abbiamo la fortuna di lavorare con un preparatore bravo come Scalabrelli che cura anche i dettagli. Direi che già si è visto lo scorso anno che siamo riusciti ad aiutare la squadra e ci stiamo riprovando ora".

Troppa sofferenza, in 11 contro 10?

"Loro hanno lottato ed erano forti fisicamente. Noi avevamo iniziato abbastanza bene e nel secondo tempo abbiamo dovuto cedere campo, però non è che abbiano avuto grandi occasioni dentro l’area e direi che rigore a parte non ho corso grossi rischi e siamo stati abbastanza tranquilli dietro".

C’era il rigore?

"Non so se c’era e forse no, ho i miei dubbi".