MAURO MALAGUTI
Sport

Bruscagin e Del Favero, la carica dei neo acquisti "Siamo qui per vincere"

La presentazione del difensore e del portiere: "La serie C? Un torneo tosto"

Bruscagin e Del Favero,  la carica dei neo acquisti  "Siamo qui per vincere"
Bruscagin e Del Favero, la carica dei neo acquisti "Siamo qui per vincere"

di Mauro Malaguti

E’ un difensore di lunga navigazione, Matteo Bruscagin, 34 anni compiuti l’altro ieri. Da come parla, con precisione chirurgica e senza banalità, dà la sensazione di averne viste molte, e anche di avere idee parecchio chiare. Di lui, e di Mattia Del Favero, portiere classe 1998 presentato in coppia con il difensore Filippo Fusco dice in premessa: "Questi ragazzi hanno un entusiasmo pazzesco e li ringrazio per aver aspettato anche più del dovuto che si verificassero le condizioni per poterli tesserare. Hanno detto sì subito, sono stati pazienti, e questo racconta bene la loro voglia di venire alla Spal. Del Favero è già stato con me alla Juve Next Generation, e mi fa piacere ora ritrovarlo in età più matura. Bruscagin è un vincente che seguo fin dai tempi del Latina dieci anni fa, quando Pecchia lo allenava stimandolo molto". Bruscagin incassa il complimento: "Il primo impatto con la Spal è stato molto positivo - afferma -. Il gruppo è sano e anche chi c’era lo scorso anno sta smaltendo le scorie della retrocessione e lavorando in modo positivo. Poi ci sono tanti giovani, possibilmente da far crescere senza pressioni, ma dotati di buone qualità". Matteo ha già trascorsi con Di Carlo: "Con lui a Vicenza vincemmo la C e lo scorso anno a Pordenone abbiamo fatto un percorso importante pur tra tante difficoltà. E’ un tecnico esigente ma che ti fa lavorare bene: è molto esperto e come tale sa quando alzare i toni e quando abbassarli. Ci aiuterà a far bene".

Si sente più terzino destro o centrale difensivo?

"Sto altrettanto bene in entrambe le posizioni. In carriera ho fatto e posso fare anche il terzino o il ’braccetto’ mancino a tre, ma i miei veri ruoli sono i primi due. Sono uno cui piace parlare e guidare i compagni, anche. Poi sarà il mister a decidere dove impiegarmi, io do massima disponibilità".

Come si vince la serie C?

"E’un torneo tosto, difficile. Richiede equilibrio, per prima cosa: né abbattersi né esaltarsi. Poi si deve sapere che ti affrontano sempre giovani magari poco conosciuti, ma che corrono a duemila all’ora e menano anche. Se hai più qualità la puoi far valere solo se corri come loro: allora salta fuori, altrimenti fatichi a imporla".

A Pordenone giocavate come la Spal oggi?

"Sì, con la sola variante del trequartista dietro due punte invece dei tre attaccanti. Cambia appena qualche movimento, ma la filosofia è la stessa: calcio verticale a prescindere dal modulo". Il responsabile di area tecnica Fusco chiude così: "La squadra sta assumendo la sua fisionomia, e qualche altro arrivo ci sarà man mano che si registreranno altre partenze. Siamo in evoluzione, ma stiamo prendendo forma secondo le aspettative mie e soprattutto dell’allenatore: il resto lo debbono fare questo spirito, la compattezza e la capacità di essere squadra".