Ferrara, 20 aprile 2011 - Due anni vissuti molto intensamente, quelli trascorsi da Gianmarco Remondina sulla panchina del Verona, prima di approdare a alla Spal... «Ricordi bellissimi e una grande amarezza finale» è il commento immediato dell’allenatore. Il riferimento è ovviamente all’epilogo negativo, con l’avvicendamento in panchina all’ultima giornata di campionato, con i playoff alle porte. Ma iniziamo con ordine: la prima annata fu positiva con un buon piazzamento la squadra fosse stata costruita al risparmio.

«Avevamo la formazione più giovane del campionato, formata da quasi tutti prestiti, con ragazzi di ottime prospettive: la dirigenza volle spendere quasi nulla quella stagione, e non potevamo quindi competere con le migliori. Poi a metà campionato si aggiunse anche il gravissimo incidente che costò in seguito la vita al presidente, fu quella una stagione particolarmente travagliata, che però finì con un piazzamento onorevole».

Il ricordo di quella stagione va alla sfida al Bentegodi in notturna quando la Spal giocò meglio del Verona ma non raccolse nulla, concorda?
«Sì, non faccio fatica ad ammettere che la Spal in quell’occasione meritava più del Verona. A fine partita dissi a Dolcetti, con onestà che noi eravamo stati fortunati ad aggiudicarci i tre punti. Ma risultato a parte si vedeva che la Spal era più forte, e che, come poi è stato, avrebbe lottato fino alla fine per le prime piazze, noi in quell’occasione sfruttammo al meglio due punizioni di Corrent».

Il secondo anno sembrava fatta: lei guidava un Verona in fuga poi, nel ritorno la macchina si inceppa, cosa successe?
«In quella stagione eravamo partiti par vincere il campionato, con una nuova società alle spalle, anche se per dire la verità il programma era biennale. Dopo un inizio alterno prendemmo decisamente il largo; e per diversi mesi sembravamo irraggiungibili, maturando anche, se non ricordo male, sette punti di vantaggio sulla seconda. Poi qualche cosa si inceppò, subimmo un calo fisico in coincidenza con l’infortunio di Selva, giocatore per quel Verona determinante, per il quale i successivi acquisti di Colombo e Di Gennaro non riuscirono a colmare il vuoto, e quando una formazione in lotta per vincere il campionato, perde il suo cannoniere principale, molto difficilmente raggiunge l’obiettivo».

Anche in questo caso i tifosi biancoazzurri ricordano una sfida curiosa, con la Spal che nella ripresa a Verona non riesce a vincere in undici contro nove, ricorda?
«Certo, potevamo andare all’intervallo anche sul 3-0, invece che con il minimo scarto. Poi ad inizio ripresa su un lunghissimo lancio Paolo Rossi anticipa Comazzi che lo atterra: rigore ed espulsione, poi arriva il nostro portiere Rafael che spinge un avversario guadagnandosi il cartellino rosso pure lui. Il resto è una partita che si trascina sulla parità con la Spal in evidente affanno fisico, ed il Verona che con due uomini in meno, presidia la sua metà campo. Il ritorno fu una bella partita, con noi che nel finale di stagione avevamo recuperato la forma migliore, ed eravamo lanciati nella corsa al primo posto».

E qui iniziano le amarezze; con lo spareggio contro il Portogruaro perso in casa all’ultima giornata...
«Sì, noi eravamo obbligati a vincere, poichè con il pari sarebbe arrivato primo il Pescara, quindi negli ultimi minuti eravamo all’assalto offensivo e prendemmo una rete in contropiede che invece promosse direttamente il Portogruaro».

Con l’epilogo amarissimo per lei...
«La società decise di disputare i playoff con un altro allenatore: arrivò al mio posto Vavassori che rivoluzionò tutto, cambiando modulo e giocatori, perdendo la finale proprio contro il Pescara. Chissà forse senza quell’avvicendamento in panchina sarebbe potuta andare diversamente... ».

C’è da crederci quando Remondina afferma che non serba rancore verso gli scaligeri, ma domenica si presenta l’occasione per prendersi comunque una piccola grande rivincita.