
di Mauro Malaguti
Così non va, la Spal non funziona proprio e mister Di Carlo deve inventarsi qualcosa di diverso. Il Perugia non è stato un caso, l’ultima mezz’ora con la Vis forse nemmeno, e non era neppure questione di sbloccarsi "psicologicamente" vincendo con la baby-Juve. Questo 4-3-3 non sta pagando. La Spal soffre tremendamente a centrocampo, perchè con tre giocatori soltanto offre ampi varchi agli avversari, dal momento che spesso Maistro va in avanscoperta e le unità in zona nevralgica si riducono a due.
Troppo facile per la Lucchese come per il Perugia trovare compagni tra le linee con un solo passaggio in verticale. I difensori, ieri decenti nei centrali, si vedono sbucare davanti frontalmente avversari lanciati e le occasioni per gli avversari fioccano. Neppure l’illusorio gol di Peda ha invertito la tendenza. Una volta sopra la Spal ha calciato in porta due volte subito dalla media distanza, e poi ha ripreso a subire la Lucchese.
Finisce dunque coi rossoneri che rientrano nella tormenta applauditi dai loro tifosi e i biancazzurri che nemmeno si ripresentano, tanto sanno che andrebbe a finire come a Joe Tacopina, che improvvisa un gesto che vuol essere distensivo nei confronti della curva calciando sugli spalti il pallone della partita e viene respinto da un coro poco amico.
E dire che la Spal era partita vogliosa, pressando in avanti e tenendo baricentro alto; ma i palloni recuperati non generavano occasioni, e appena la Lucchese usciva dalla morsa eran dolori. Ci possono essere problemi di organico, con 17 giocatori nuovi, ci sta di non azzeccare tutto subito. E ci possono essere, anzi, ci sono problemi di condizione che frenano qualche giocatore, per non far nomi Collodel, Dalmonte, Rosafio e Valentini su tutti. Ma pretendere che la Spal sia qualcosa di meglio di questo zero si può e si deve.
Difficoltà di assemblaggio erano in conto, nelle prime giornate, ma dopo quattro partite vere questa strada non sembra portare progresso alcuno. La Spal va chiusa meglio, così è spalancata e si consegna alla rivale di turno perché lascia troppi spazi tra le linee, e anche tra giocatori di una stessa linea. Molti nuovi acquisti negli ultimi anni sono stati dei top della categoria e non possono aver disimparato in un’estate.
Può anche darsi che una riconversione faccia qualche vittima illustre, ma Di Carlo è troppo scafato per non sapere che la ricerca di una quadratura può comportare sacrifici.
Un dato è certo: il 4-2-3-1 oggi è difficile da supportare quanto il 4-3-3 e servono più "legna" in mezzo e miglior filtro difensivo. L’allenatore peraltro ha più volte affermato di non essere un integralista, e di essere pronto a cambiare se qualcosa non funziona. Bene, sembra il momento. Questa Spal gioca troppo male per essere vera.
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