Può sembrare paradossale, ma quella fornita domenica con il Pescara è stata probabilmente la prestazione più positiva della Spal dall’inizio del campionato. In occasione delle due vittorie – ottenute per il rotto della cuffia – contro Vis Pesaro e Juventus Next Gen, i biancazzurri avevano infatti ottenuto il massimo attraverso prove non esattamente convincenti. Per non parlare di quello che è accaduto contro Perugia, Lucchese (fino alla sospensione), Cesena e Recanatese, quando la squadra di Mimmo Di Carlo aveva meritato di uscire dal campo a mani vuote lasciando la netta sensazione di trovarsi in difficoltà sotto ogni punto di vista: fisico, tecnico e mentale. L’avvicendamento sulla panchina per ora non ha portato punti in classifica, ma un segnale di discontinuità Antenucci e compagni l’hanno mandato forte e chiaro. L’assetto della Spal di Leo Colucci è del tutto simile a quello del suo predecessore, che quindi ha toccato altre corde per stimolare la squadra. Con il Pescara si è vista una Spal più equilibrata e propensa al sacrificio, con il debutto dal primo minuto di Contiliano che può rappresentare il simbolo della ripartenza. L’altra nota lieta di giornata è stata la prestazione di Dalmonte, che Di Carlo aveva fortemente voluto ma per una serie di motivi non ha mai avuto a disposizione al top della condizione. Per la prima volta l’attaccante esterno proveniente dal Vicenza ha dimostrato di che pasta è fatto, creando superiorità attraverso l’uno contro uno sulla fascia sinistra e sfornando l’assist a Celia del momentaneo 1-1.
Non mancano però i tasti dolenti, con Carraro e Maistro che continuano a stentare e Siligardi che sta tirando il fiato dopo un avvio di stagione incoraggiante. E poi la difesa zoppica a prescindere dagli interpreti, rappresentando un rebus di non poco conto nell’economia della stagione di una squadra che finora ha perso tutti gli scontri diretti disputati (contro Perugia, Cesena e Pescara, in attesa di vedere come finirà con la Lucchese). Infine, va risolto il problema del portiere. Le lacrime di Del Favero alla fine della partita hanno colpito molti tifosi, che sui social hanno preso le distanze dalle offese piovute sul numero 28. Il problema però è concreto, perché gli errori di Del Favero sono già costati diversi punti e adesso toccherà a mister Colucci decidere cosa fare. Rinnovare la fiducia al portiere cresciuto a Torino, nelle fila della Juventus confermandolo titolare oppure affidarsi al più esperto Alfonso?