Ecco Casa Spal: "Investiamo sui giovani"

Tacopina e il responsabile del vivaio Catellani all’inaugurazione della struttura, in via Fabbri: "Per noi questo è un asset fondamentale"

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Casa Spal è finalmente realtà. Il progetto ideato dal club biancazzurro in collaborazione con l’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio è stato realizzato a tempo di record, e ospiterà oltre 60 ragazzi del vivaio spallino. Il convitto sorge nell’ex Residenza Cenacolo di via Fabbri, che la Spal ha preso in gestione fino al 2040. "Sono entusiasta – afferma il presidente Joe Tacopina –. Questo è il giorno più importante da quando sono alla Spal, e non solo per il settore giovanile. Il vivaio per noi infatti rappresenta l’asset fondamentale, il cuore della società, l’elemento che può darci un vantaggio rispetto alle altre ‘provinciali’. Sono orgoglioso dei risultati del nostro settore giovanile, senza dubbio tra i migliori d’Italia, ma anche per quello che abbiamo fatto fuori dal campo. Vi racconto un aneddoto: un mese fa sono stato fermato da una signora svedese che aveva appena lasciato suo figlio di 14 anni nel nostro convitto. Era agitata, ma convinta della scelta: avevano sul piatto anche le richieste di Fiorentina e Lazio, ma dopo aver visto la città, le strutture e aver incontrato Catellani e il suo staff non hanno avuto dubbi. Mi ha assicurato che li hanno fatti sentire parte di una famiglia. Questo è il migliore convitto d’Italia, e Catellani il migliori dirigente di settore giovanile con cui ho lavorato da quando sono in questo Paese".

Secondo il direttore generale Andrea Gazzoli, "il gol realizzato sabato scorso da Peda è un segnale che indica l’importanza di investire nel settore giovanile". Ovviamente felicissimo il responsabile del vivaio Andrea Catellani: "Questo convitto è una pietra miliare per il futuro della Spal – assicura –, un tassello che rende Ferrara unica nel panorama nazionale. Lo abbiamo chiamato Casa Spal perché rispecchia il nostro modo di fare settore giovanile, coi ragazzi che possono studiare, divertirsi e sentirsi come a casa". Il direttore sportivo Fabio Lupo invece applaude chi ha reso possibile il progetto: "Sono invidioso di coloro che hanno realizzato tutto questo, perché personalmente non c’entro nulla – confessa –. È un progetto straordinario che parte da lontano: sento la grande responsabilità di esserne all’altezza. Del resto, è un po’ il sogno della mia carriera: fare calcio sostenibile sfruttando i frutti del settore giovanile". Non poteva mancare monsignor Massimo Manservigi, vicario generale dell’Arcidiocesi: "Questo luogo era nato per la formazione spirituale, ma anche la Spal nacque in un centro religioso, e fece dello sport un valore formativo – ricorda –. Qui la prima finalità è la preparazione sportiva, ma in questo luogo spirituale c’è molto di più. Parlando con la dirigenza, ho capito che l’intenzione è trasformare questi ragazzi in giocatori ma soprattutto uomini. E a questo proposito, in ottica formativa l’arcivescovo ci tiene ad incontrarli".

Stefano Manfredini