Galeone: "Spal-Pescara? Non ci sarà storia"

L’ex tecnico dei due club: "I biancazzurri sono forti, li ho visti a Monza e mi sono piaciuti già allora. E Marino è un buon allenatore"

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di Mauro Malaguti

Giovanni Galeone si avvicina al traguardo degli 80 anni. Li compirà il 25 gennaio prossimo, ma stando alle sue occupazioni non si direbbe. Gli ultimi due giorni li ha passati fuori in barca, mare aperto e telefono staccato: "In realtà – scherza col solito piglio – il telefono era aperto ma prendeva reti di Slovenia e Croazia, anche se ero fuori a solo tre miglia di distanza dall’Italia. Sbarco adesso, e la prima cosa che mi dicono è che siamo appena entrati in zona arancione...".

Quindi?

"Quindi ho solo 24 ore di tempo per tirar su la barca e tornare da Grado a Udine, che è mio comune di residenza".

Ma porta ancora la barca alla sua età?

"Fino a qualche anno fa sì, ora vado con amici. Anche mia moglie e mia cognata erano e sono molto brave. Si pesca, si mangia un po’ di pesce, robe così".

E di calcio, si parla?

"Dipende da chi sono gli amici. Confesso di seguire con intensità un poco inferiore a qualche anno fa. Il calcio di oggi, così asettico e senza pubblico, mi fa un po’ tristezza. Vedere portieri che fanno puttanate coi piedi e regalano gol anche. Questo voler a tutti i costi costruire il gioco da dietro non è roba per me. Poi non lamentiamoci se quando andiamo in Europa facciamo le figure che facciamo".

La scuola italiana si è persa?

"Un po’ sì. Le avversarie europee hanno più tecnica in velocità e ritmi superiori. Persino l’Atalanta che è la più intensa poi dall’Ajax le busca".

Lo sa che la prossima settimana c’è Spal-Pescara?

"Come no, me la son segnata e la vedrò. Ma penso che non ci sarà storia".

In che senso?

"La Spal è forte, il Pescara quest’anno meno. Sarà uno Juve-Spezia. Poi, magari la Juve si fa imbrigliare e pareggia con lo Spezia. Ma non c’è paragone".

Quando ha visto la Spal?

"Solo a Monza, e mi piacque più del tanto celebrato Monza. Poi so che da allora è migliorata. D’altronde Marino è un allenatore che ha un po’ la mia stessa filosofia propositiva. Mi subentrò a Udine e nei suoi tre anni la squadra giocava un buon calcio. E veniva da ottime stagioni al Catania. Poi ha guidato anche il Pescara, anni dopo".

Per chi tiferà in Spal-Pescara?

"Non c’è bisogno del mio tifo, vince la Spal. La settimana scorsa ho chiamato il presidente del Pescara Sebastiani, prima del 3-1 al Cittadella che tra parentesi è la bestia nera degli abruzzesi, ma non ho potuto dirgli che avevo troppa fiducia. Io Pescara-Perugia lo scorso anno me lo aspettavo come spareggio per la A, invece è stato playout per la C...".

Che ricordi ha delle due piazze?

"Sono state le mie due piazze ‘più’. A Ferrara mi sono lanciato, a Pescara ho vinto due volte la serie B e resto il solo allenatore che ha salvato la squadra in A. Tutti gli altri sono retrocessi al primo colpo".

La sua vasta aneddotica che ricordo le resuscita?

"Questo. Io a Pescara arrivai dalla Spal con la squadra in C come era la Spal. Poi venimmo ripescati perché il Palermo venne retrocesso e misero in schedina una X, che divenne appunto il Pescara. Così mi ritrovai in B dopo esser stato preso per la C, e i vostri colleghi erano smorfiosetti, storcevano il naso. Quando ci hanno visti giocare poi hanno iniziato a cambiare idea".

Ma l’aneddoto dove sta?

"Sta nel fatto che alla prima conferenza dissi alla stampa: guardate che rispetto alla Spal, il Pescara ha zero storia calcistica. A Ferrara sì che l’hanno scritta, ma il Pescara sino a pochi anni fa era non pervenuto e ne ha un decimo di quella della Spal. Ci misi il carico, facendo anche l’arrabbiato".

Come finì?

"Lì per lì incassarono. Poi finì che ancora oggi io non posso entrare in un bar o in un ristorante a Pescara perché mi adorano e non mi lasciano pagare mai. Contavo di andarci ora per qualche camminata in spiaggia, ma siamo diventati zona arancione".

Dove sarebbe in questo calcio Beppe De Gradi?

"Nel Milan al posto di Tonali. Ma oggi bastano due passaggi in croce e sei già un fenomeno. L’appiattimento è enorme".