"Grazie ai racconti di Mezzini parto avvantaggiato Gli allenamenti? Saranno quasi tutti a porte aperte"

Con lui arriverà a Ferrara il suo storico vice, già centravanti della Spal vincente di Gibì Fabbri

Pasquale Marino conosce Ferrara e la Spal non solo per esserne stato avversario col Frosinone. La conosce attraverso le parole del suo vice Massimo Mezzini, già centravanti della Spal vincente di Gibì Fabbri, e ieri assente per preparare il trasferimento a Ferrara.

"Max – spiega Marino – mi parla sempre di quando torna qui per partite e ricorrenze varie. Ferrara è uno dei posti dove è stato meglio e che ama di più. Purtroppo, da tanti anni parla con me più lui di mia moglie… Gli avevo anche domandato se non si volesse staccare da noi per intraprendere una carriera in prima persona ma ha preferito rimanermi a fianco. Diciamo che grazie ai suoi racconti parto avvantaggiato, è come se fossi a Ferrara da diversi anni… E il suo entusiasmo lo ha trasmesso a tutto il nostro staff. Per presentarli aspetto si liberino tutti. Per me lavorare con gruppo affiatato che mi segue da tempo è fondamentale". Con Mezzini di sicuro verrà il preparatore atletico Giovanni Petralia.

Avverte il fatto di trascinarsi appresso una immagine poco empatica sul piano della comunicazione?

"Mi riesce più facile essere empatico quando vinco e la gente si avvicina a te di più… Io cerco sempre di tenermi vicino i tifosi, sono loro la Spal, perché dirigenti e giocatori cambiano sempre. Così ad esempio ho già deciso di non fare allenamenti a porte chiuse se non nel fine settimana quando provo i calci piazzati e determinate situazioni tattiche. Solo gli ultimi due non saranno a porte aperte, per il resto i tifosi li voglio".

Paolo Lombardo, suo primo maestro, la ammira ma le consiglia di essere più attento agli aspetti difensivi. Seguirà il suo consiglio?

"E’ stato mio allenatore dal 1986 al 1989 a Siracusa, e lo considero in effetti il primo mister cui mi sono ispirato. Ma la vediamo diversamente su certe cose. Lui già a quei tempi faceva il fuorigioco alto a metà campo, e se ci fosse stato il fuorigioco anche nell’altra metà, lo avrebbe praticato fin dentro l’area avversaria… L’ho studiato molto, ma per alcune cose siamo agli opposti. Lui è molto più attento di me alla fase strettamente difensiva".

m. m.