"Grazie Ferrara, sono stati anni speciali"

Kleb il saluto di Panni, diretto a Bologna: "Tifosi fantastici con me, e il presidente D’Auria è come un fratello maggiore. Tornerò a vivere qui"

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L’ufficialità è arrivata solo nella mattinata di ieri, ma sul passaggio di Alessandro Panni alla Fortitudo Bologna non c’erano più dubbi da una decina di giorni. L’esterno vicentino lascia il Kleb dopo cinque anni, un crescendo continuo che ha visto il 21 biancazzurro maturare sia come uomo che come giocatore. Indimenticabili i suoi canestri sulla sirena e le triple "ammazza partita" nell’anno del covid con Ravenna e Napoli. Quasi impossibile dire di no a una piazza storica della pallacanestro come Bologna, ma Ferrara rimarrà certamente il capitolo più importante della carriera di Panni.

Alessandro, con che stato d’animo lascia il Kleb?

"Da una parte sono entusiasta per questa nuova avventura, giocare per la Fortitudo mi riempie d’orgoglio. Ma non posso negare il dispiacere di lasciare una città che mi ha cresciuto, sono arrivato a 25 anni e me ne vado consapevole di aver trascorso gli anni più belli della carriera".

È arrivata però la Fortitudo... "Per un giocatore di basket non è una piazza come le altre. Avevo rifiutato altre due offerte pur di rimanere a Ferrara, ma a Bologna ho fatto fatica a dire di no". Che ricordo si porterà dietro della sua esperienza al Kleb? "Cinque anni sono difficili da dimenticare e da riassumere in poche parole. Ricordo il primo giorno come se fosse oggi ed è stato un onore vestire questa maglia. Anno dopo anno siamo riusciti a costruire dei gruppi super, l’emozione più bella rimane la serie playoff con Scafati alla mia prima stagione. Ma anche la salvezza sofferta del secondo anno e la semifinale con Napoli post covid non sono da meno. Ho conosciuto persone vere e stretto amicizie che porterò con me anche in futuro".

Come uomo è cresciuto, come giocatore invece?

"Credo di sì, sia a livello fisico che tecnico. Cinque anni fa arrivavo da una Serie B in cui ero abituato a giocare tantissimo essendo la prima punta della squadra, al Kleb avevo un ruolo diverso ma penso di essermi da subito ritagliato il giusto spazio".

Il presidente D’Auria non si è opposto alla sua cessione... "Francesco è stato onesto dal primo all’ultimo giorno, mi ha lasciato andare per inseguire il sogno di giocare alla Fortitudo, si poteva impuntare perché c’era un contratto di mezzo, ma si è comportato da fratello maggiore nei miei confronti".

Vuole salutare i tifosi?

"Assolutamente, devo ringraziarli per il loro supporto. Qui mi sono sentito prima accolto e poi coccolato. Vero è che non vado lontano, so che ci rivedremo presto, anche perché Ferrara probabilmente sarà casa mia in futuro".

Jacopo Cavallini