"Ho vinto senza barare Mi tutelerò dalle accuse"

Il ciclista ferrarese Stefano Stagni, protagonista della Maratona delle Dolomiti. Sui social l’accusa di aver usato un motorino: "Assurdo, ero in diretta tv..."

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"Possono venire anche ora a controllare la mia bici, non ho nulla da nascondere e anzi, ho voluto mostrare nel dettaglio ogni cosa sul mio profilo instagram". E’ così che Stefano Stagni, 26 anni di Portomaggiore e portacolori della Asd Faenza Factory di Castenaso, risponde ai tanti che via social lo stanno accusando di aver vinto il 3 luglio scorso l’imponente 35° Maratona dles Dolomiti utilizzando un motorino. "Sono tranquillo perché so che ho vinto con le mie forze, ma trovarmi subissato dalle notifiche social su questa faccenda è stata dura – dice Stagni, che ora si è affidato anche a un legale per tutelarsi –. Tra l’altro, il primo a dare il via alle polemiche è sempre lo stesso dell’anno scorso, un ex amatore squalificato per doping che tra l’altro conosco a malapena. Non so cosa abbia scatenato tutto, ma la soddisfazione della vittoria non me la tolgono". Sotto la lente, un movimento della mano sul manubrio ripreso dalle telecamere. "Certo se avessi usato un motorino mi sarei risparmiato i tanti mesi di duro allenamento e l’immensa fatica di quel giorno – ironizza anche se col gusto un po’ amaro –, poi, non sono mica stupido ad azionare un ipotetico motorino a due km dall’arrivo, con 2’ di vantaggio e pure in diretta Rai… E’ vero, poteva sembrare un movimento strano ma era involontario, tra l’altro lo faccio spesso e come me anche altri. Posso dimostrare di averlo fato anche tante altre volte e ho già fatto vedere sui social che lì non c’è nessun pulsante". E c’è chi accusa sulla bici scomparsa dopo il traguardo. "Semplicemente l’aveva spostata di 20 metri il mio presidente, controllando che non venisse rubata visto che era già capitato". "Un mezzo regolare e privo di trucco – scrive Gianluca Faenza, presidente del team – tutto ciò che è stato pubblicato è diffamatorio e lesivo per l’atleta e per la società. Ci tuteleremo in sede legale".

Laura Guerra