Il modulo o gli interpreti . Ma qualcosa va cambiato

Il ricorso a un terzo centrocampista più incontrista di Maistro è auspicabile. Può essere il turno di un Contiliano ormai recuperato. Poi la scelta dei 3 davanti.

Il modulo o gli interpreti . Ma qualcosa va cambiato
Il modulo o gli interpreti . Ma qualcosa va cambiato

FERRARA

Contro la Lucchese la Spal non ha perso, non ancora almeno, e nella mezz’ora del prossimo ottobre avrà tempo per tentare quantomeno di pareggiare, a patto di essere diversa e più performante di questa settembrina. La sospensione ha giovato più ai biancazzurri che agli avversari, per come si era incanalata la partita. A spaventare può essere l’ulteriore aggravio infrasettimanale dopo tanti altri consecutivi, ma si tratterà solo di un terzo di gara e non di una fatica intera. E concederà una grossa chance in più di evitare il secondo stop casalingo in tre incontri al "Paolo Mazza". A freddo, non si possono che confermare le impressioni dettate a caldo. La Spal è troppo larga e concede spazi, e non è solo per motivazioni speciali o mera malasorte che tutte le avversarie contro di lei giocano la miglior partita stagionale. Accadde al Perugia, che pur non perdendo mai, le altre quattro le ha tutte pareggiate, e si è ripetuto sabato sera contro una Lucchese per unanime giudizio dei toscani mai così bella e capace di creare palle gol. E se i rossoneri vincendo sarebbero stati al terzo successo esterno contro due ics al Porta Elisa, altrettanto corsaro il Perugia non è. E’ troppo facile piazzare uno o più uomini tra le linee spalline per costringere i difensori all’uno contro uno, spesso affannoso. Bisogna frenare l’emorragia e rassodare la squadra centralmente per ridare sicurezza ai biancazzurri che - escluso il match col Perugia - ci mettono voglia e anima non adeguatamente ricambiate dai risultati.

In panchina Di Carlo ha più volte urlato alla squadra di "stringere" il campo, di non allargarsi e allungarsi così. Se non si ottengono risultati, si devono cambiare o il modulo o gli interpreti. E questo si deve presumere che Mimmo farà già mercoledì a Cesena, contro una favorita reduce da due 4-0 di fila e capace di 12 gol in 360’. Dove mettere le mani, compete al tecnico decidere. Le possibilità sono molte, sia nella scelta degli undici sia nel modulo. Il ricorso a un terzo centrocampista più incontrista di Maistro accanto agli altri due, per una mediana di maggiore sostanza, è auspicabile. Potrebbe essere giunto il momento di un Contiliano risanato accanto ad altri due "puri" da scegliersi tra Carraro, Bertini, Parravicini e Collodel. Poi si porrebbe la scelta dei tre davanti: Maistro si può ricandidare da trequartista, dietro due punte o con il doppio fantasista dietro un attaccante solo. Ma dal 3-5-2 al 4-4-2 ci sono mille altre possibilità, inclusa una conferma del 4-3-3 con esterni più abili nel ripiegare, se ce ne sono. E se la prima linea porta il pressing alto come nei primi 15’ con la Lucchese, la seconda la deve seguire, sennò si rivede Spal-Lucchese. E alla lunga mollano anche gli attaccanti. Davanti, la perdita dell’unico 9 fisico Sits penalizza non poco, ma registrando la crescita di Dalmonte occorre osservare quanto sia preziosa per Antenucci la collaborazione di Siligardi, subentrato giusto prima della sospensione della partita. Doverosa una precisazione a proposito del portiere. Il nubifragio abbattutosi sul "Mazza" ha tradito, spingendo a muovergli colpa sul secondo gol della Lucchese su cui non ha responsabilità, dato che il terzo tempo di Benassai tra Antenucci e Valentini non era così vicino alla porta come è apparso. Mezzo punto in più al portiere, dunque, reo soltanto di essersi fermato a mezza via sul primo gol.

Mauro Malaguti