"L’approccio da retrocessa ha beffato la Spal"

L’ex biancazzurro Artico è il ds dell’Alessandria, che vola in B dopo la sfida col Padova: "Ora faccio festa, poi iniziamo a programmare"

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di Mauro Malaguti

Ora si conosce anche il nome della ventesima concorrente della prossima serie B. E’ l’Alessandria del direttore sportivo Fabio Artico e del centrocampista Davide Di Quinzio, i due ex spallini di lusso che si sono aggiudicati la promozione in una sfida all’ultimo calcio di rigore contro il Padova. "Per me quest’anno il Padova per giocatori era la più forte nei tre gironi di C – spiega raggiante Artico – mentre sul campo la migliore si è rivelata la Ternana che ha tritato tutti. Noi abbiamo fatto un piccolo miracolo e riportato l’Alessandria in serie B dopo 46 anni, gli ultimi 8 con Di Masi presidente".

E adesso?

"Adesso faccio festa tutto il giorno… Poi da lunedì iniziamo a programmare per consolidarci in categoria, senza esagerare con ambizioni ulteriori. Per essere chiari, alla A in questa B iper-competitiva non pensiamo proprio".

A un certo punto eravate a -14 dal primo posto…

"Sì, ma quando è arrivato Longo in panchina al posto di Gregucci c’è stata la svolta e alla penultima giornata ci ritrovammo a -1 dal Como alla vigilia dello scontro diretto dopo averne recuperati 13. Però incappammo nel Covid, tre giocatori prima e otto dopo, e a Como perdemmo. Loro comunque hanno meritato la promozione, ne noi abbiamo dovuto ripiegare sui playoff. Il mese di stop che le seconde di C hanno prima di rientrare in campo ci ha fatto recuperare tutti ed è finita bene". Ma è vero che l’ultimo rigorista Rubin non era mai andato sul dischetto?

"In partita, mai. Ma mica siamo matti: in allenamento alla fine si fermava spesso a calciarli e li batteva davvero bene. Per questo è stato designato".

Di Quinzio come è andato?

"Benissimo da mezz’ala. Poi con Longo siamo passati dal 3-5-2 al 3-4-3 e si è ritrovato un po’ più sacrificato".

Prima vittoria da ds?

"Sì, ma l’ho fatto solo per due stagioni una decina di anni fa a Cuneo e Porto Tolle, poi per sei mi sono fermato. Ero rientrato da poco nello scouting della Juve quando Di Masi mi ha chiamato. Il programma era la B in due anni ed è arrivata: il secondo posto dietro al Monza dell’anno prima gli ha ridato la voglia, ogni tanto mi dava un milioncino in più per migliorare la squadra".

Come andò a Porto Tolle con i Visentini?

"Fu un’esperienza particolare, un po’ strana, non banale diciamo".

Sorpreso dall’esito dell’ultima Spal?

"Sì. Per me sulla carta era una delle più forti. Ma aveva un approccio da retrocessa. So bene cosa comportano gli strascichi di una caduta quando hai giocatori abituati alla serie A. In B perdono motivazioni, e infatti anche quest’anno nessuna delle retrocesse ha fatto bene. Vorrà dire che ci rivedremo al Moccagatta…".