Marchini: "Spal forte dalla cintola in su"

L’ex capitano pensa positivo: "Se i giovani in difesa al fianco di Meccariello crescono, si può fare bene. La coppia in attacco è una garanzia"

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Il tifoso dice playoff, l’ex giocatore e attuale allenatore, dice salvezza. E’ un Davide Marchini diviso a metà quello che si mette in gioco, cercando di prevedere come sarà il cammino della Spal nella stagione ormai alle porta. Però, una certezza c’è: "Promuovo la società per il mercato".

Iniziamo da qui. Cosa ne pensa dei trasferimenti?

"Credo che il mercato sia stato, fino ad ora, molto positivo. Ma con Lupo (il ds, ndr) non avevo dubbi: me lo ricordo quando ero ragazzino ed era già molto preparato. L’anno passato il problema della squadra era rappresentato dagli attaccanti: ne sono arrivati due di livello".

Con La Mantia-Moncini si può, dunque, sognare?

"Sono entrambi giocatori che hanno vinto dei campionati, quindi è chiaro che l’intento della società non è solamente quello di una salvezza tranquilla. Anche io spero si possa arrivare ai playoff: ma qui parlo da tifoso. Lucidamente, penso che sia innanzitutto fondamentale consolidare la categoria".

Anche perché, il campionato è ricco di insidie…

"Sento molta gente parlare più di una A2 che di una Serie B e sono d’accordo. Ci sono piazze importanti e squadre molto attrezzate. Ma attenzione: in ogni stagione c’è la sorpresa positiva e quella negativa (ricordo il Parma l’anno scorso). Perché la Spal non può essere quella positiva?".

Tornando alla squadra, cosa pensa del nodo portiere? "Questo è forse il vero grande dubbio ancora in essere alla squadra. L’anno scorso, in varie occasioni, ha rappresentato un problema, anche perché l’ultimo difensore è stato cambiato più volte e sono venute meno le sicurezze di tutti quanti. Serve coraggio, serve puntare con decisione su uno solo, tipo Thiam. L’esperienza di Pomini, al suo fianco, può aiutarlo a crescere".

In difesa, l’addio di Vicari si farà sentire?

"La perdita del capitano è stata importante, ma ovunque, prima o poi, arriva un momento in cui il giocatore e la società devono prendere strade diverse. Mi fa piacere che sia rimasto Meccariello: lui è l’uomo d’esperienza che serve al reparto. Poi, al suo fianco possono crescere molti giovani. Venturato ha sempre valorizzato calciatori magari sconosciuti ai più".

Ricapitoliamo: se si puntella la fase difensiva, poi d’avanti è già tutto a posto. E’ corretto?

"Sì, il centrocampo è forte, l’attacco ancora di più. Mancosu in mezzo è esperto e aiuta il gruppo e davanti c’è anche Finotto, che con Venturato ha sempre fatto bene. Poi non dimentichiamoci di Pepito Rossi: spero sia a posto fisicamente, perché è la nostra ciliegina sulla torta. Lui è un professionista serio, si impegna, non si lamenta, spaventa gli avversari e segna".

Venturato le piace?

"Anche in questo caso, il fatto che possa partire dall’inizio della stagione e imporre le proprie idee penso sia un fatto positivo. Dovrà essere bravo soprattutto a valorizzare i giovani e prepararli al meglio, perché Ferrara è una piazza calda e non è facile giocare al Mazza".

Tacopina ha detto ‘no’ a colpi folli stile Fabregas (al Como). Con un presidente così, si può tornare in Serie A?

"Giusto non azzardare affari da copertina: ci provammo con Borriello e quella vicenda la pagammo cara. Il mio sogno è Proia; quello sarebbe un grande acquisto. Con Tacopina e Lupo penso si possa aprire un ciclo importante a Ferrara, ma per il momento è meglio rimanere ancora un po’ con i piedi per terra".

Matteo Langone