Moncini: "Spal, questa volta sono pronto"

L’attaccante ritrova Ferrara e Venturato: "Nel 2018 ero giovane e non ero preparato per quel livello. Ora dimostrerò quanto valgo"

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Quando arrivò a Ferrara, nell’estate 2018, aveva 22 anni e tanta voglia di spaccare il mondo, ma la serie A si rivelò un ostacolo troppo alto da superare per Gabriele Moncini, che nelle stagioni successive ha proseguito altrove il proprio percorso. Ora l’attaccante toscano ci riprova, con più maturità e consapevolezza nei propri mezzi, con l’obiettivo di compiere il definitivo salto di qualità in biancazzurro. "Per Gabriele parlano i numeri – commenta il direttore tecnico Lupo –, anche se sono convinto che con le qualità che si ritrova avrebbe dovuto fare molto di più. E sono sicuro che adesso possa finalmente dimostrare il proprio valore. Sono particolarmente felice per l’entusiasmo con cui ha accettato la nostra proposta, anzi mi piace ricordare la battuta in toscano che ha accompagnato il suo sì: ‘vengo a corsa’. Dovrebbe essere così per tutti: chi viene alla Spal deve farlo con questo spirito, altrimenti resta a casa. Quella per Moncini è stata una trattativa veloce, ma in realtà ci siamo mossi con qualche giorno di anticipo rispetto a quello che è stato percepito. Diciamo che tutte le parti in causa hanno agito con grande professionalità e riservatezza, poi chiaramente l’accordo col mio collega Foggia (direttore sportivo del Benevento, ndr) e la disponibilità del giocatore hanno fatto la differenza".

Le aspettative sono elevate, ma non sembrano pesare a Moncini, che in biancazzurro ritrova l’allenatore che più lo ha esaltato nel corso della carriera. "Sono carico, non vedo l’ora di cominciare – assicura l’attaccante proveniente dal Benevento –. La Spal è una società seria, con un progetto ambizioso. Non sono più giovane, ma conosco la piazza e il mister: ha ragione il direttore Lupo nel dire che non ho ancora espresso tutto il mio potenziale, però sento che può essere l’anno della mia consacrazione. Prometto di sudare la maglia dal primo all’ultimo minuto: non mi pongo limiti in termini di gol, però ho un contratto che varia in base al numero di reti, quindi a maggior ragione cercherò di farne più possibili. Venturato? L’ho ritrovato esattamente come lo ricordavo ai tempi del Cittadella, sempre sul pezzo. È un tecnico che lavora tanto sulla tattica e la tecnica, inoltre è un grande motivatore. La Mantia? Il presidente Tacopina mi aveva confessato di avere intenzione di ingaggiarlo. È una punta di grande valore, dovremo giocare l’uno per l’altro esaltando le rispettive qualità. Per quanto riguarda il mio passato a Ferrara, quando arrivai non ero pronto per la serie A. Inizialmente pensavo di esserlo, ma crescendo ho capito che non ero ancora abbastanza maturo. Non ho nulla da farmi perdonare, però mi è sempre rimasto il rammarico di non aver fatto bene in biancazzurro, e quando c’è stata la possibilità di tornare l’ho colta al volo. Con l’obiettivo di dimostrare finalmente quando valgo ad una tifoseria che mi è sempre stata vicino".

Stefano Manfredini